Dietro il voto a favore di Salvini non ci sono ragioni di merito. Del resto alla motivazione di Bonifazi i renziano non credono: se ci fosse stato bisogno di un supplemento di indagini o di un maggior approfondimento i senatori di Italia Viva avrebbero avuto tutto il tempo e il modo di chiederlo.
Se, al contrario, hanno scelto quella linea nell’immediatezza del voto i motivi sono stati altri.
E poco importa, in questa sorta di machiavellismo deteriore, se di mezzo ci vanno i diritti degli ultimi vilipesi, se c’è il rischio di dare un colpo di spugna alle violazioni commesse per un puntiglio estivo ai danni di decine di persone, lasciare a soffrire a largo di Lampedusa mentre altri se la spassavano al Papeete.
E poco importa degli orrori della Libia dai quali tanti fuggivano: tanti mostrano le lacrimucce poi quando c’è da dare giustizia alle vittime arrivano prima i calcoli politici.
La realtà è che in questo sfiancante gioco di tira e molla i renziani non hanno votato a favore di Salvini ma hanno soprattutto votato contro Conte, che è il loro bersaglio numero uno.
I motivi sono noti: a giudizio di Italia Viva il premier sta usando l’emergenza Covid per promuovere la sua immagine a danno delle altre componenti del governo e questa iper-visibilità va contrastata indebolendo il governo con un continuo lavorio ai fianchi.
Quindi il voto pro-Salvini non è un salvataggio definitivo del capo della Lega quanto una cambiale da esibire da qui al voto finale.
Non a caso i renziano hanno voluto sottolineare che emergeva non solo il ruolo di Salvini ma anche quello di Palazzo Chigi. Per la serie: noi non dimentichiamo che anche te eri complice e che su Open Arms non sei innocente.
Logorare ‘Giuseppi’ più che portare avanti l’ipotesi di un governo di unità nazionale.
In altre parole: i disperati della Open Arms sono destinati a non avere giustizia (un processo serve a stabilire chi siano gli innocenti o i colpevoli) perché è un loro diritto. Ma solo in base a quanto converrà politicamente a coloro che votano.
Malinconia? Sì, che malinconia.
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