C’è una storia terribile: un bambino di un anno arrivato al pronto soccorso pieno di lividi e lesioni e che è morto.
Stando alle prime indagini a massacrarlo di botte sarebbe stato il convivente della madre mentre quest’ultima non avrebbe fatto nulla per proteggere il bambino.
Al momento madre e convivente sono stati arrestati con l’accusa di omicidio. Il resto lo stabiliranno le indagini.
Quale storia più orribile si può immaginare? Uccidere di botte un bambino di pochi mesi è qualcosa di barbaro, ripugnante, orribile.
Gli aggettivi non bastano.
Ma puntuale l’estremista di destra che vive di speculazioni politiche e ha trasformato i social in gogne mediatiche e corti marziali che emanano condanne senza appello ha utilizzato la storia per mandare un segnale a quella parte del paese (fortunatamente minoritaria) che non vedrebbe di cattivo occhio il ritorno della pena di morte.
E che ha scritto?
Giornalisti, non usare la parola “madre” o “uomo”. Chi uccide di botte un angioletto di un anno e mezzo è solo un verme che non merita di vivere.
Una preghiera per Evan e un abbraccio al papà.
Non merita di vivere, ergo merita di morire. Per carità gli autori di questa barbarie fanno orrore.
Ma è chiaro che è proprio la spinta emotiva che alla fine riesce a sdoganare anche il boia.
Ma del resto da un estremista di destra coda ci si può aspettare?
Giornalisti, non usare la parola “madre” o “uomo”. Chi uccide di botte un angioletto di un anno e mezzo è solo un verme che non merita di vivere.
Una preghiera per Evan e un abbraccio al papà. https://t.co/mMeKonuIyU— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 19, 2020
Argomenti: matteo salvini