Il timore serpeggia nel governo e rimbalza nei gruppi parlamentari. Dove la guerra è aperta, Davide Casaleggio nel mirino. Lunedì potrebbe essere il punto di non ritorno per un M5S ‘balcanizzato’. Fonti di governo grilline spiegano all’Adnkronos che due sono le possibili strade che si profilano all’orizzonte, entrambe da incubo per la creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Se il referendum sul taglio dei parlamentari dovesse confermare la ‘sforbiciata’ dei seggi – portandoli dagli attuali 945 a 600 – in molti, nelle file del Movimento, potrebbero maturare la convinzione di essere giunti al ‘game over’ e di non avere un futuro al prossimo giro. E decidere di migrare al gruppo Misto, salutare il Movimento “con un ‘vaffa’”, sintetizza la stessa fonte, e garantire il sostegno al governo Conte, risparmiando però i 300 euro versati mensilmente all’Associazione Rousseau.
L’altra ipotesi è ancor più urticante della prima per chi siede al governo, ma anche considerata più verosimile. Un drappello corposo di scontenti – in combinato disposto con i parlamentari già usciti dal Movimento – potrebbe decidere di dar vita a un gruppo autonomo, continuare a dare il sostegno all’esecutivo ma chiedendo in cambio una contropartita in termine di ministri e sottosegretari.