di Antonello Sette
Cofferati, il Governo chiude tutto o quasi. Lei è d’accordo?
Assolutamente sì. La situazioni richiede provvedimenti netti, definiti nello spazio e nel tempo, che vanno rispettati.
E’ d’accordo anche sul tira e molla, sui lockdown a pezzetti e pezzettini?
Le indecisioni non aiutano. C’è sicuramente – spiega Cofferati rispondendo all’agenzia SprayNews – la necessità di provvedimenti differenziati, ad esempio da regione a regione, a seconda dei dati e delle situazioni diverse ma, una volta scelta una strada, la si deve percorrere senza tentennamenti e la guida deve essere sicura e rapida
Cofferati, mezza Italia è disperata. E’ giusto scendere in piazza per protestare contro le chiusure decise dal Governo?
La piazza è di tutti. Gli obiettivi devono dichiarati e legittimi. A quel punto tutti possono scendere in piazza, a difesa e sostegno delle proprie idee. A patto che sia ovviamente sia bandita ogni forma di violenza e sia assicurato l’ordine pubblico, dagli organizzatori, prima ancora che dalla polizia
Sempre e comunque? Anche se si manifesta, in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, contro chiusure e lockdown?
Se uno non è d’accordo con quanto deciso dal governo, è giusto che protesti e scenda in piazza, anche se personalmente, come le ho detto, trovo le decisioni del Governo, ondeggiamenti a parte, giuste e indispensabili.
Il Covid, oltre a divaricare il solco fra Nord e Sud, ha diviso chi ha un reddito garantito, come il pubblico impiego, da chi non lo ha: privati, autonomi, precari. E’ preoccupato per queste due Italie trasversali?
E’ un problema reale. Bisogna assolutamente tenerne conto. C’è chi non ha perso niente e chi ha perso tanto o tutto. Il Governo deve assolutamente intervenire e deve far presto. Le differenze, che preesistevano al virus, si sono acuite. Vanno ridotte e, dove è possibile, addirittura eliminate. Chi ha subito danni da parte del Covid, deve essere risarcito. E in fretta.
Maggioranza e opposizione. Sul Covid che differenza c’è?
La differenza è la strumentalità dell’opposizione nel commentare i provvedimenti governativi, che di certo non aiuta. Il Centrodestra dovrebbe essere più chiaro e trasparente e, conseguentemente, avere il coraggio di assumersi tutte le responsabilità. Fino in fondo.
Forse in un Paese civile, come pretendiamo di essere, nella guerra al Covid tutti dovrebbero collaborare, anziché litigare?
Sì, nella distinzione dei ruoli, ci vorrebbe una proficua collaborazione e non una continua polemica. Ci sono atteggiamenti strumentali, che sono da censurare. La strumentalizzazione politica sul Covid andrebbe bandita.
Il Covid è diventato un monoargomento. E’ giusto ed è un bene non parlare praticamente d’altro?
C’è effettivamente da parte di molti un eccesso di attenzione, ma è comprensibile, perché un dramma come questo non lo abbiamo mai vissuto.
Siamo tutti uguali, settentrionali e meridionali, ricchi e poveri, al cospetto di questo maledetto virus?
Siamo tutti deboli. La dimensione e la violenza della pandemia colpiscono indistintamente tutti. Certo, il sistema sanitario non è uniforme, ma variegato di zona in zona.
A proposito di zone, molti ospedali sono ormai zone miste, fra corsie affollate e lussuosi reparti per solventi. Le sembra giusto?
Il problema non è la conformazione di ogni singolo ospedale, ma gli errori di un passato non lontano, che ha prodotto una privatizzazione crescente nella sanità, che si sarebbe dovuta, invece, mantenere in una dimensione pubblica. Un indebolimento, quello della sanità pubblica, che ora stiamo pagando.
Se lei si trovasse al posto del Presidente del Consiglio, che cosa farebbe? Da dove comincerebbe?
Per poterle rispondere, dovrei avere competenze, che non ho.
Potrebbe, però, se glielo chiedessero, esprimere una sua indignazione?
Mi indignazione le strumentalizzazioni, i negazionisti e i complottisti. C’è addirittura chi sostiene che la pandemia non esista e sia, pertanto, solo un’invenzione. Sono persone che non si rendono evidentemente conti dei danni enormi che causano. Persone che pronunciano parole prive di senso. Come ha detto l’altro giorno un medico in tv, chi nega l’esistenza del Covid dovrebbe entrare in un qualsiasi reparto di terapia intensiva. Prima di parlare.
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