La nuova proposta di Zaia per affrontare l'emergenza: "Anche i veterinari si mettano a fare tamponi"

Il governatore spiega che eventualmente "i veterinari potranno fare i tamponi con modalità drive in, come stanno facendo già tanti medici".

Luca Zaia
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4 Novembre 2020 - 14.26


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 E’ la novità che annuncia Luca Zaia, governatore del Veneto. “Ho dato mandato alla dottoressa Francesca Russo, della direzione prevenzione della Regione Veneto, di convocare i rappresentanti dei 2.450 veterinari del Veneto per chiedere la loro disponibilità a fare i tamponi. Anche i veterinari infatti conoscono bene l’anatomia, e i tamponi li fanno già anche se su altri mammiferi”, dice Zaia.

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Il governatore spiega che eventualmente “i veterinari potranno fare i tamponi con modalità drive in, come stanno facendo già tanti medici”.

“La decisione sulla fascia di rischio del Veneto sarà condivisa”, dice ancora Zaia, precisando che “è quanto è stato deciso ieri nell’incontro tra governo e regioni. Noi ad ora non sappiamo ancora in quale fascia siamo, attendiamo, ci sia il confronto, nelle prossime ore abbiamo però contestato per iscritto che i modelli per definire i 21 parametri non tengono conto dei tamponi rapidi e in Veneto ne facciamo oltre 10mila al giorno e non possono essere esclusi dal computo nel rapporto con i positivi rilevati infatti, così la virtuosità del Veneto rischia di essere penalizzante: se rallentassimo la ‘macchina’ dei tamponi saremmo avvantaggiati sul fronte dei parametri, ma metteremmo a rischio la salute dei cittadini. Per questo dico sempre che bisogna parametrare il numero dei positivi con i tamponi fatti, compresi i tamponi molecolari e rapidi. E poi, la maggioranza dei positivi trovati sono asintomatici. i nostri parametri di riferimento quindi sono le terapie intensive e i ricoveri”.

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La mia preoccupazione non è il colore della fascia, ma soprattutto che la fascia verde venga recepita come ‘semaforo verde’”, sottolinea commentando il nuovo Dpcm. “Sappiamo -aggiunge- che se sgarriamo passiamo di fascia. Se verde permette il mantenimento dello status quo, passando all’arancione ci sono chiusure importanti, per andare sempre più in crescendo fino al lockdown. Dipende tutto da noi, da tutti i cittadini”.

“Anche questa mattina abbiamo avuto più videoconferenze con i direttori delle Asl e abbiamo constatato che c’è una pressione sugli ospedali -dice -: come numero di pazienti ricoverati per Covid siamo arrivati a quasi tre grandi ospedali occupati dagli infetti con 70 persone al giorno in più, un numero che vale un reparto ospedaliero. Così andiamo gradualmente a ridurre le attività normali nei Covid center, salvaguardando i punti nascita e i malati oncologici e psichiatrici”.

“L’importante è che oggi in Veneto i pazienti hanno tutti un letto, magari potrà esserci qualche ritardo nella presa in carico dei reparti, ma garantiamo a tutti le cure, ‘colonizzando’ gradualmente gli ospedali Covid”, ha spiegato Zaia che poi ha ribadito come “il modello matematico continua a dirci che il picco sarà a metà novembre quindi come si dice in Veneto ‘duri ai banchi’ e andiamo avanti”, conclude.

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