Di Maio rassicura sul Mes: "Se gli alleati non provocano andrà tutto liscio"

“Credo che nessuno speri nell’incidente parlamentare e penso, mi auguro, che non si verificherà” e “le divisioni che vedo in maggioranza non sono sulla politica comunitaria, ma su quella economica”.

Luigi Di Maio
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7 Dicembre 2020 - 08.22


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In un’intervista a Repubblica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dice che la riforma del Mes “non piace nemmeno a me e infatti ritengo non sia necessario usare né il Mes pre-riforma, né quello post-riforma, né quello sanitario”, ma “stiamo costruendo una montagna sul nulla” perché il punto è che “i numeri in Parlamento per accedere a questo strumento non ci sono mai stati”, quindi “rispetto le opinioni di tutti, ma bisogna evitare di incendiare il dibattito politico”.

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Sui contenuti del Mes, Di Maio ribadisce che “il Mes vale 300 milioni, non 37 miliardi” e “se penso che stiamo discutendo da un anno per 300 milioni di euro, quando abbiamo speso 100 miliardi in 10 mesi, mi preoccupo…” mentre “credo che in questa fase l’Ue abbia dato una risposta degna del suo nome: in Italia c’era chi scommetteva sul default, sul fallimento della commissione von der Leyen che è nata grazie ai voti determinanti del M5S all’Europarlamento, non dimentichiamocelo. È andata a finire al contrario: non solo abbiamo negoziato con successo uno strumento come il Recovery, ma ce ne siamo aggiudicati la parte più cospicua”.

Su chi si oppone al Mes, Di Maio analizza: “Questa non è una spaccatura tra populisti ed europeisti, è un dibattito molto più profondo, non si può liquidare in questo modo. E ha radici nella tragica esperienza della crisi ellenica, nell’evidenza che nessun altro Paese Ue a oggi abbia chiesto il Mes, nella necessità di tutti gli Stati membri di individuare uno strumento più adatto come il Recovery Fund”.

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Di Maio respinge l’ipotesi avanzata dal sottosegretario Alessio Villarosa, il quale chiede che a decidere siano gli iscritti su Rousseau. “Vorrei che fosse chiaro ancora una volta. Mercoledì in aula si vota una risoluzione sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio, che sosteniamo pienamente e già sostenuto due volte dai nostri iscritti con votazioni plebiscitarie per questo Governo. Vogliamo mettere al voto degli iscritti Giuseppe Conte a 24 ore dal vertice europeo più importante degli ultimi anni?”.

Pertanto “il 9 Conte verrà in aula, la maggioranza dovrà votare compatta e in modo responsabile” e “per guidare un Paese il Governo deve dimostrare una certa forza, che si misura nella promozione dei progetti e delle prospettive condivise dalla maggioranza. Questo è il momento di dimostrare che questa forza è utile a conferire stabilità al Paese”, auspica il ministro degli Esteri.

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