Un’intercettazione che mette nei guai la Lega, che risale al 18 settembre del 2018 è stata trasmessa ai magistrati di Genova e potrebbe aver rivelato particolari importanti nella vicenda della sparizione dei 49 milioni dalle casse del Carroccio.
“È uscito fuori di tutto e di più. Il problema sono questi dieci milioni”.
“Lui mi diceva che li c’è un manager che è un leghista, uno della Lega, all’interno di… come si chiama, la società…”.
A parlare sono due manager bancari e l’intercettazione del dialogo di un incontro che avviene nell’estate del 2018, quando i magistrati di Genova sono alla caccia dei 49 milioni della Lega, prova, secondo chi indaga, che una parte del tesoro scomparso dalle casse del partito, 10 milioni, sarebbe partito da una banca altoatesina, la Sparkasse, per essere investito nel Granducato e poi ritornare parzialmente in Italia.
Il dialogo venne captato da una registrazione ambientale dei carabinieri del Ros di Bolzano.
I militari in quel momento stanno indagando sulle presunte malversazioni nella gestione della cassa di risparmio altoatesina.
Molti accenni di quella conversazione interessano però la Procura di Genova, che a sua volta, con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Pinto, sta cercando le prove del collegamento tra i 10 milioni di euro e la Lega. Per questo l’audio viene trasmesso ai magistrati liguri.
Ad accendere i fari sull’affare lussemburghese sono varie coincidenze. La prima è che il Carroccio, nel gennaio del 2013, aveva aperto un conto corrente alla Sparkasse depositando in tutto una decina di milioni di euro tra liquidità e titoli finanziari: quel deposito viene svuotato nel giro di sei mesi, fino ad essere chiuso.
Tre anni più tardi, nel 2016, su un conto deposito detenuto da Sparkasse in Lussemburgo, presso la banca privata Edmond de Rotschild Asset Management, viene accreditato un investimento di un ammontare molto simile: 10 milioni di euro. Soldi che Sparkasse ha sempre rivendicato come propri e non riconducibili alla Lega.
Un ulteriore elemento considerato sospetto dai pm è la richiesta di rientro in Italia di 3 milioni di euro dell’investimento iniziale, che avviene a gennaio del 2018, in prossimità di due eventi ritenuti significativi dagli investigatori.
Primo: il sequestro dei conti leghisti, che ammonta proprio a 3 milioni di euro e avviene nel settembre del 2017. Secondo: le elezioni politiche del marzo 2018.
Insomma, il sospetto degli investigatori è che la Lega, per ripianare i 3 milioni venuti a mancare a causa del sequestro giudiziario, abbia riportato in Italia un ammontare equivalente parcheggiato segretamente in Lussemburgo un paio di anni prima.
Soltanto un’ipotesi, per ora.