Cacciari polemizza: "I social che zittiscono Trump sono il simbolo del crollo delle democrazie"

Il filosofo ed ex sindaco di Venezia: "Zuckerberg non può decidere chi zittire, serve un'autorità terza che lo faccia"

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8 Gennaio 2021 - 10.19


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Dopo l’eliminazione dei post di Trump da parte di Facebook, Twitter e Youtube l’altra sera nel corso degli scontri in Campidoglio, si è espresso polemicamente Massimo Cacciari, filosofo, professore ed ex sindaco di Venezia, che ha criticato la decisione richiamando al sostegno di un’autorità terza.

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“C’è un problema di fondo, che è al di là e al di fuori di Trump. E’ inaudito che imprenditori privati possano controllare e decidere loro chi possa parlare alla gente e chi no. Doveva esserci un’autorità ovviamente terza, di carattere politico che decide se qualche messaggio che circola in rete è osceno, come certamente sono quelli di Trump”.

“Che sia l’imprenditore a farlo, che è il padrone di queste reti, è una cosa semplicemente pazzesca. E’ uno dei sintomi più inauditi del crollo delle nostre democrazie. Non c’è dubbio alcuno. Perché come oggi è Trump, domani potrebbe essere chiunque altro, e lo decide Zuckerberg. E’ una cosa semplicemente pazzesca”, incalza Cacciari.

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Che spiega meglio nel merito: “Dovrebbe esserci una forma di autorità politica che decide. Esattamente così come c’è l’Autorità per concorrenza, per la privacy, che decide ‘questi messaggi in rete sono razzisti, sono sessisti, incitano alla violenza’ e cosi via. E tu, Zuckerberg, li devi cancellare. Cioè deve essere l’autorità che dice a Zuckerberg cosa cancellare, invece qui è lui che decide. E’ una cosa dell’altro mondo”.

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