Molti nodi da risolvere e crisi sempre più vicina all’interno della maggioranza, con Teresa Bellanova che accusa Conte di immobilismo.
“La crisi finisce dandosi un nuovo affidamento se ce ne sono le condizioni. Discontinuità è per me la parola chiave. Questo governo non è nato per continuare quello precedente con altre forme ma per marcare un tratto del tutto differente. E questo nonostante il presidente del Consiglio sia sempre lo stesso. Il Recovery è uno dei punti dirimenti. Ma non è l’unico”.
Secondo il capo delegazione di Italia Viva capo delegazione di Iv al governo, precisando che “sono troppi i nodi irrisolti accumulati. Che si fa col reddito di cittadinanza? Proviamo a correggerlo o lo lasciamo così? Vogliamo o no parlare dei navigator? Vogliamo dire che sullo sblocco dei cantieri abbiamo perso altri sei mesi e che ad oggi siamo ancora fermi alle nomine dei commissari? Posso dire che il modo in cui non è stato affrontato il ritorno a scuola è un irrisolto enorme, una ferita difficilmente rimarginabile?”
Il Mes? ”Resta per noi semplicemente imprescindibile – prosegue Bellanova – E poi chiedo: sui servizi segreti ci sono novità o dobbiamo aspettarci qualche sorpresa? Sulla comunicazione di Palazzo Chigi lei registra discontinuità, quando ancora stamani il portavoce del premier minacciava di ‘asfaltarci’? E’ tutto fermo, con i dossier lasciati a marcire nei cassetti. Pare che tutti si siano dimenticati che il primo aprile finisce il blocco dei licenziamenti”. Conte “impaziente” di superare lo stallo? “Tutta questa impazienza non la vedo – commenta – Scrivere post non costa niente. Sono i fatti quelli che mettono alla prova i dirigenti”.
”Conte non può fare e disfare a suo comodo – afferma Bellanova – Io penso alla sostanza, i tecnicismi li lascio ad altri. Mi preoccupo del rilancio del paese, voglio sapere se il perimetro di questa unità ha ancora un senso e quale, non ne posso più della pigrizia con cui sono affrontati troppi temi rilevantissimi. Iv ha messo in fila tutte le domande e tutti i temi, anche quelli più spinosi. Ha fatto un’azione di lealtà e ha chiesto uguale lealtà. Ha mostrato le carte. Non mi interessa chi è l’esecutore. E’ Conte il garante politico dell’Ufficio comunicazione di Palazzo Chigi. La fiducia si conquista o si perde e l’unico banco di prova è il lavoro concreto, di ogni giorno. Se io chiedo ‘discontinuità radicale’ e qualcuno risponde dicendo di volermi asfaltare, non solo inorridisco ma capisco che siamo su pianeti totalmente diversi. Ci sono tavoli da cui un certo punto bisogna alzarsi, se si è di troppo”.
”La straordinaria emergenza della pandemia – afferma poi la ministra in una lettera al Corriere della Sera – non incombe su un ‘Paese normale’ ma su un Paese che da più di vent’anni ha tassi di crescita più che insoddisfacenti, quote di disoccupazione gravi, perdite di competitività severe e incrementi del debito più che preoccupanti. A questo si aggiunge una posizione debole nello scenario europeo e inesistente su quello internazionale. Qualcuno ha esitato persino davanti all’indegna gazzarra inscenata a Capitol Hill”.
”Conte non può trattare il Parlamento e persino il Consiglio dei ministri come un parco buoi – sottolinea Bellanova – Passiamo per piantagrane. Disturbatori. Ma, solo per stare alla mia personale esperienza di governo, se non avessi piantato delle grane non so se la filiera agroalimentare avrebbe retto in pieno lockdown”.
”Senza l’azzardo del Conte 2 – conclude – il Conte 1 sarebbe stato travolto nell’indecenza con la quale si sta chiudendo la stagione di Trump ma non del trumpismo che, come il populismo e il sovranismo nostrani, sono ancora tutti lì, pronti a mettere a ferro e a fuoco la democrazia e portare economia e qualità della vita al disastro. Davanti a tutto questo che Italia viva resti o no al governo è l’ultimo dei problemi. Ma che ancora oggi qualcuno derubrichi e svilisca l’arte del governo con un esercizio furbo e cattivo del muro di gomma, del tirare a campare, questo sì rischia di diventare il più grande dei problemi”.
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