Lui è sempre stato un bonario pontiere ma adesso usa parole dure e molto nette: “È stata Italia Viva a uscire dal governo sbattendo la porta, nel modo più irresponsabile e nel momento più sbagliato”.
Lo ha detto la cosiddetta ‘eminenza grigia’ del Pd Goffredo Bettini in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando che “Conte qualche giorno fa, dopo il colloquio con il presidente Mattarella, aveva rilanciato la sua disponibilità a discutere con i partiti della maggioranza un patto di fine legislatura e un riassetto dell’esecutivo. Lo spazio di un confronto concreto e sereno era grande”.
E invece, secondo l’esponente Dem, “Renzi ha voluto staccare la spina, spingendo l’Italia in una crisi al buio. Ora manda segnali di apertura? Ma siamo seri: che credibilità possono avere dopo una rottura così grave, accompagnata dalla soddisfazione che egli dimostra anche in queste ore per le difficoltà nelle quali ci ha cacciato? Dispiace davvero, perché in questi mesi molti parlamentari di Iv hanno lavorato bene in un impegno comune. Renzi ha buttato tutto all’aria. Non solo per il suo carattere, ma per un disegno politico di rottura dell’alleanza tra Leu, 5 Stelle e Pd, in odio a Conte e per slabbrare i confini tra la destra e i democratici, pensando così di conquistare un maggiore spazio politico”.
Bettini difende l’attuale governo: “Dopo il voto del 2018, l’Italia ha deragliato rispetto alla sua tradizionale collocazione e il suo ruolo di protagonista dell’unità europea. L’attuale governo l’ha riportata nel suo solco storico, in sintonia con l’Europa che sta cambiando in meglio e che sta esercitando con più coraggio la sua autonomia”, dice l’esponente del Pd che sul M5s afferma: “I 5 Stelle sono confluiti nel campo europeista. È questo che dà fastidio a tanti. Dà fastidio l’alleanza tra Leu, Pd e 5 Stelle. Dà fastidio Conte, che di questa alleanza è il raccordo. Dà fastidio la sua libertà da poteri vecchi e nuovi. Dà fastidio un ruolo più forte del Vecchio Continente”.
E conclude: “Rispetto a questo governo non ci sono alternative. Se la destra avesse avuto i numeri e le condizioni politiche, avrebbe avanzato una proposta. Invece ha invocato le elezioni. Ma le urne sono l’ultima, davvero l’ultima, risorsa democratica a cui appellarsi quando non ci sono più speranze”.
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