Non ci si aspetterebbe grande uniformità di giudizio da chi cambia così spesso idea sulla propria appartenenza, e infatti da deputata di Italia Viva Michela Rostan ha deciso che voterà la fiducia al governo Conte.
La vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera annuncia il proprio sostegno all’esecutivo, nonostante la linea dell’astensione verso la quale si sta indirizzando il suo partito.
“Ho deciso di votare la fiducia al governo Conte. Lo faccio perché tra la critica al governo e la crisi di governo c`è una grande differenza, e la differenza si chiama politica, cioè ricerca delle soluzioni, tentativo di intesa. Era giusto – come fatto – incalzare il governo nei suoi punti deboli, nelle incertezze e negli errori compiuti nella gestione della pandemia, sia quella sanitaria sia quella sociale ed economica; era giusto chiedere un maggiore impegno, una maggiore collegialità, un maggiore rispetto delle regole democratiche”.
“Ma – sottolinea la Rostan – la crisi, no. Ritirare i ministri, quindi ritirare la fiducia al governo e aprire una crisi al buio, in un momento storico come questo, appare una scelta troppo severa e troppo precipitosa”. Lo ha dichiarato Michela Rostan,
“Non è un caso – prosegue Rostan – che i cittadini non abbiano capito e condiviso questa posizione. Ho ricevuto centinaia di messaggi di disappunto: non ci contestano la critica al governo, che, anzi, è anche in parte condivisa. Ci contestano la scelta della rottura, che peraltro come grammatica della politica non appartiene a chi vuole rappresentare un`area moderata. La rottura, in politica, è l`ultima spiaggia, non il punto di partenza di una trattativa”.
Per la deputata “gli italiani, in questo momento, stretti tra la paura del virus, tra la preoccupazione per sé e per i propri cari, a volte attraversati dal dolore di una perdita, angosciati per le conseguenze economiche della pandemia, per il timore che la fine sia lontana, vogliono più governo non meno governo, vogliono un governo più efficiente e pronto, non un governo sfiduciato. A questo aggiungiamo la durezza della crisi economica, i posti di lavoro perduti, l’incognita del futuro per tante famiglie, visto che il dramma sociale sarà molto più lungo dell’emergenza sanitaria. La speranza dei cittadini è che alla guida sappiano prendere le decisioni giuste: sul contenimento del contagio, sui ristori economici, sulla campagna di vaccinazione, sulla costruzione del futuro. Se cade il governo, dentro una crisi dai contorni confusi, litigiosi, chi le fa le cose? Questa è la domanda che si stanno facendo tutti”.
Insomma, conclude, “se vogliamo metterci in ascolto dei cittadini, com`è nostro dovere, noi non possiamo ignorare quell`onda di disappunto che si sente forte rispetto all`apertura di questa crisi. Abbiamo fatto uno sforzo enorme per comporre un quadro politico difficile con i 5stelle, nell`agosto del 2019, e per dare un governo al Paese, ed eravamo in tempo di pace. Ora, con la pandemia, con la paura della terza ondata, con 80mila morti, con la complessità della campagna di vaccinazione, con la difficoltà di ripartire, di ricostruire, rovesciamo il governo che noi abbiamo fatto nascere e rinunciamo alla mediazione? Mi pare un errore madornale di lettura della fase politica e di preoccupante sconnessione con il sentimento delle persone. È necessario, arrivati a questo punto, ritrovare lo spirito del messaggio del presidente Mattarella. Costruire, non demolire. Costruire innanzitutto dialogo, composizione, accordo, intesa. E poi, un Paese nuovo”.
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