Fenomenologia renziana: nessuno fiata dopo la marchetta del capo in favore di un regime assassino

Oggi Luigi Marattin fa un copia-incolla delle dichiarazioni di Ivan Scalfarotto: "Prima interrompiamo i rapporti con i paesi che non rispettano i diritti umani e poi parliamo pure di Renzi"

Matteo Renzi
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30 Gennaio 2021 - 12.00


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Chissà se Matteo Renzi ha consultato i suoi prima di andare a incensare Mohammed bin Salman in Arabia Saudita coprendo di ridicolo non solo il suo partito ma l’Italia intera. Un ex presidente del consiglio è andato davanti al principe ereditario di un paese teocratico, repressivo, autoritario e agli ultimi posti delle classifiche mondiali per il rispetto dei diritti umani e ha detto che quel paese sarà il centro di un ‘nuovo rinascimento’. Non una roba da poco. E infatti, la remunerativa scampagnata di Renzi sta mettendo i suoi fedelissimi in seria difficoltà.
Già ieri, alla domanda del giornalista Alberto Infelise, Ivan Scalfarotto aveva dato una risposta preconfezionata. E oggi, Luigi Marattin fa sostanzialmente un copia-incolla, a dimostrazione che l’ordine di scuderia è partito dall’alto e la linea di difesa del leader è stata decisa: “Io sono un liberale. Se si dovessero fermare gli i rapporti con i paesi che non rispettano i diritti umani io sarei il più felice del mondo. Ma così non è. Vendiamo le ami all’Egitto anche se c’è stato il caso Regeni. E allora prima interrompiamo i rapporti con i paesi che non rispettano i diritti umani e poi parliamo pure di Renzi”.
È questa la strategia scelta da Italia Viva e dai suoi elettori, che riempiono in queste ore Twitter di fotografie di vari leader politici mondiali che stringono la mano a Mohammedi bin Salman. Il messaggio è chiaro: ve la prendete con Renzi perché lo odiate, ma fa le cose che fanno tutti.
Peccato che no: perché a essere criticato non è il mero fatto che Matteo Renzi abbia incontrato Mohammed bin Salman, anche se già questo fa alzare più di un sopracciglio. Il punto è che il leader di un partito che ha aperto la crisi di governo più inspiegabile della storia d’Italia si è fatto pagare 80mila euro per andare davanti a un leader autoritario, probabile mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, e dire che quel paese sarà il centro di un rinascimento. Questi sono fatti, il resto è solo banale retorica. E la strenua e cieca difesa di un atto simile è un comportamento da setta, non da partito. Perché è assolutamente impossibile che all’interno di Italia Viva non ci sia qualcuno che avrebbe tirato Renzi per la giacchetta per dirgli un cordiale ‘ma che diavolo fai?’. 

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