Richeldi (Cts): "Per chi è già stato colpito dal virus, bassa priorità di vaccinazione"

Lo pneumologo e membro del Cts: "Trovo negativo che in alcuni casi ci siano delle amplificazioni di pareri divergenti sul virus, è un elemento d'ansia"

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31 Gennaio 2021 - 16.17


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Il professor Luca Richeldi, pneumologo e componente del Comitato tecnico-scientifico, ha fatto il punto sulla situazione Coronavirus, e anche sulla sua sovraesposizione mediatica: “Con questa pandemia la dialettica tra gli esperti è arrivata sui media ed è entro certi limiti sana. E’ un virus di cui ancora oggi si sa ancora poco e la differenza di opinioni è secondo me un aspetto inevitabile. Trovo invece negativo che in alcuni casi ci siano delle amplificazioni di questi pareri divergenti, anche questo sulla base delle personalità di ciascuno. E’ un elemento di creazione di ansia, ecco perché è importante avere delle figure di riferimento singole come un ministro della Salute, un presidente di Istituto Superiore di Sanità, un presidente del Consiglio Superiore di Sanita e consiglio di far riferimento a figure più autorevoli”.

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“Chi ha avuto il Covid ha acquisito durante l’infezione una immunità e la priorità di vaccinazione per queste persone è bassa – spiega il professor Richeldi – Le attuali raccomandazioni sono quelle di misurare gli anticorpi a tre mesi dalla risoluzione della forma clinica, c’é anche la possibilità che chi ha avuto il Covid e che avranno ancora gli anticorpi al momento della vaccinazione facciano una sola dose anziché due. Può succedere che si venga contagiati tra la prima e la seconda dose di vaccino, quando si è ancora vulnerabili, in genere si sospende la somministrazione della seconda dose”.

“Gli anticorpi monoclonali sarebbero la prima terapia che abbiamo contro il Coronavirus per il quale non abbiamo ancora oggi una terapia efficace” spiega ancora il professori Richeldi.

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 “Nel momento in cui i dati epidemiologici consentono alle persone di avere un minimo di socialità non credo sia negativo – aggiunge – ma mai abbassare la guardia e venire meno alle regole che ci stanno salvando”. Per quanto riguarda la situazione favorevole in India, dove sembra essersi raggiunta una sorta di immunità, Richeldi non si sbilancia: “Immagino molto dipenda dalla popolazione giovane e dallo stile di vita ma ad oggi non ci sono certezze scientifiche, vaccinarsi è fondamentale”.

Non trascurabile anche il rischio di depressione dovuto all’isolamento: “L’isolamento è una cosa cui non siamo abituati e può causare importanti danni psicologici all’interno del nucleo familiari e la teleassistenza credo sarà uno dei frutti positivi di questa situazione”.

Da domani quasi tutta Italia tornerà ad essere zona gialla: “Le misure collegate al giallo ci fanno prendere un rischio calcolato – conclude Richeldi – ma le regole devono essere seguiti in maniera ossessiva, siamo sul filo del rasoio perché ci vuole un attimo a tornare verso l’arancione e il rosso e in quel caso gli aspetti psicologici sarebbero davvero drammatici”.

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