Zanda apre a nuovi scenari: "Se l'ipotesi Conte ter fallisse, Pd dovrebbe accettare altre personalità"

L'ex tesoriere: "La questione più rilevante è comprendere la posizione di Matteo Renzi e di Italia Viva".

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1 Febbraio 2021 - 08.36


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Luigi Zanda parla della crisi di Governo. L’ex tesoriere ed ex capogruppo dem sottolinea, in un’intervista a Repubblica che: “Oggi sia Pd che 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbero evitare elezioni politiche anticipate e prevedere che all’Italia servirà una soluzione politica fortemente europeista con un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e una forte”. E continua: ”la questione più rilevante è comprendere la posizione di Matteo Renzi e di Italia Viva. La crisi ha azzerato le polemiche politiche precedenti. Quindi è giusto far cadere qualsiasi preclusione nei confronti di Iv, ma Renzi deve dimostrare di volere costruire e non distruggere”.

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”Quando gli sento chiedere un programma scritto – aggiunge – deduco che un vero accordo ancora non c’è, perché chiedere un documento scritto significa non fidarsi dell’accordo politico. Il Conte 1, tra Lega e 5Stelle, era nato sulla base di un contratto perché non si fidavano, ma il Conte 2 parte da un accordo politico. Sarà faticoso, ma penso che alla fine ci sarà un’intesa sul patto di programma. Però sulla composizione del governo e il nome del premier, Renzi continua a giocare a carte coperte”. (segue)
“Zingaretti sta facendo bene – prosegue Zanda – Rispetta il ruolo del presidente della Repubblica e usa tutta la prudenza necessaria in una fase così delicata. Gli ho detto di non curarsi se ogni tanto riemerge la brutta pulsione fratricida che spesso abbiamo incontrato nella storia della sinistra italiana. Tra le tantissime crisi di governo a cui ho assistito questa è la più delicata e difficile perché i problemi del Paese sono profondi, le condizioni dell’Italia in piena pandemia sono serie. Per fortuna il presidente Mattarella ha ben salda nelle sue mani la tutela della nostra fragile democrazia. Il rischio è lo scivolamento verso sistemi che impoveriscono il Parlamento, seguendo una tendenza che procede da quaranta anni e che la pandemia ha aggravato. Il terzo governo Conte dovrà eliminare tutte le ragioni di instabilità che hanno determinato la crisi: l’instabilità è la peggiore malattia delle democrazie”.

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