Si tratta di un problema politico, certo. Ma più importanti sono i programmi: votare Draghi per fare cosa? Per sconfiggere la pandemia e nello stesso tempo promuovere misure che vadano nella direzione dell’equità sociale e dello sviluppo sostenibile?
O per portare avanti ricette liberiste che finiranno con l’arricchire i ricchi, introdurre la flat tax e distruggere l’ambiente nel nome del produttivismo senza freni tanto caro a Trump e Bolsonaro?
E adesso? Ora che Matteo Salvini ha dato l’ok al tentativo di Mario Draghi senza veti, cosa farà la sinistra? “Stiamo discutendo in queste ore. Aspettiamo di ascoltare quale sarà la sintesi di Draghi sulle proposte che gli sono state avanzate”.
Arturo Scotto di Leu, coordinatore di Articolo Uno, risponde così circa i ‘tormenti’ che il via libera della Lega sta provocando a sinistra.
Quando la delegazione di Leu è uscita dal colloquio con Draghi, ha puntualizzato ‘mai con Salvini’. Il veto resta? “Il punto è capire cosa si vuol fare. Si prolunga il blocco dei licenziamenti? Si va avanti con il reddito di cittadinanza? Si fanno gli investimenti ecologici? Oppure si fa il condono fiscale? Questo è il nodo e questa è la bussola: cosa si vuole fare”.
Ma se la proposta di Draghi sarà quella di un mix tra tecnici e politici, Roberto Speranza sarà nel governo o sarebbe meglio un esecutivo tutto tecnico? “Il giudizio positivo sull’esperienza di Speranza credo sia condiviso da tutti. Sulla composizione del governo credo sia tutto molto molto prematuro. Quello che è essenziale è preservare la coalizione Pd-M5S e Leu”.
Ma se vi distinguete sul governo Draghi… “Noi dobbiamo salvare questa esperienza disarcionata da una manovra di palazzo che aveva l’obiettivo di spaccarla. Matteo Renzi è stato il sicario su mandato di interessi politici ben precisi compreso il tentativo di ‘ripulitura istituzionale’ della Lega. Noi dobbiamo respingere questo tentativo, con saggezza provando ad attraversare questo passaggio insieme. E’ fondamentale tenere unita la coalizione e bisogna metterla subito in campo nel Paese perché prima o poi si andrà a votare e questo progetto politico deve passare dall’adolescenza alla maturità. E’ un asse che va tenuto saldo. Il nostro obiettivo è provare a lavorare in uno schema unitario”.
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