La ricetta di Draghi per la scuola: recuperare i mesi persi e tutti gli insegnanti in cattedra a settembre

La scuola è una delle priorità di Draghi, che ne ha parlato con i piccoli partiti. Il presidente dei Presidi: "Occorre assumere 200mila docenti"

Mario Draghi
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9 Febbraio 2021 - 12.12


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Due i punti fermi che Mario Draghi ha illustrato ai piccoli partiti per quanto riguarda l’istruzione: recuperare i mesi di didattica in presenza persi a causa della pandemia e lavorare perché alla ripresa dell’anno scolastico a settembre sia tutto pronto, senza classi prive dei docenti.

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Il premier incaricato ha posto la scuola “tra le priorità” del nuovo governo, da affrontare subito.

“Draghi ritiene che ci sia un oggettivo disagio che gli studenti e le studentesse d’Italia hanno vissuto in questi mesi, un disagio di apprendimento ma anche psicologico. Quindi c’è un ragionamento da fare su come si può organizzare questo sostegno agli studenti e il recupero dei mesi persi”, ha riferito al termine del colloquio con la componente di Centro democratico della Camera, Alessandro Fusacchia.

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“Draghi ha condiviso un primo ragionamento su interventi strutturali che hanno a che fare con il calendario scolastico e con il prepararsi per tempo alla ripartenza a settembre”, ha aggiunto.

Dunque, riferiscono diversi gruppi ‘minori’ consultati oggi, per il premier incaricato tra le prime azioni da mettere in campo ci sarebbe una rimodulazione del calendario scolastico dell’anno in corso, per far recuperare agli studenti il tempo perduto, ma anche una programmazione dettagliata, da avviare subito, per la ripresa a settembre, prevedendo anche l’assunzione di docenti per evitare l’annoso problema della ‘cattedre vacanti’, con classi che riprendono le lezioni a settembre senza avere i docenti assegnati. Draghi avrebbe ricordato che a inizio anno scolastico c’erano 10 mila cattedre vacanti, una situazione cui va trovata una soluzione al più presto.

Sulla questione è intervenuto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Ci sono 800mila posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti. Bisognerebbe assumere oltre 200mila docenti ed è fattibile se daremo alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita. Se il presidente incaricato sta pensando a una riforma strutturale la accogliamo con favore”.

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Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

Sull’ipotesi di prolungamento dell’anno scolastico sottolinea: “se si tratta di un prolungamento relativamente contenuto si può fare, ricordo che il mondo della scuola sta lavorando da settembre, non si può proseguire ad libitum”.

 

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