Renzi si autocelebra sul Financial Times: "Il miracolo è merito mio, l'Italia è tornata"

Il leader di Italia Viva: "Ho chiamato in campo il miglior giocatore, Mario Draghi. Ho rischiato tutto"

Matteo Renzi
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11 Febbraio 2021 - 08.55


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Si dimentica del suo incontro del 3 gennaio a Città della Pieve in cui si vide proprio con Mario Draghi e probabilmente architettò la crisi di governo.

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Matteo Renzi continua ad imbrodarsi e lodarsi per aver creato una crisi di governo nel bel mezzo di uno dei periodi più difficili della storia italiana.

“L’unico modo nel mezzo di una pandemia era chiamare il miglior giocatore, perché Mario è il miglior giocatore”. Così il leader di Italia Viva in un’intervista al Financial Times torna a rivendicare il suo “capolavoro” politico.

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Ieri aveva condiviso il proprio entusiasmo con il NyTimes; oggi è la volta del quotidiano finanziario con base a Londra.

“L’Italia è tornata, proprio come ha detto Joe Biden degli Stati Uniti. Se guardi ai mercati finanziari, ai leader internazionali, alla fiducia dei nostri cittadini, è un miracolo”.

E questo miracolo – insiste Renzi – non sarebbe avvenuto senza di lui.

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Il suo piccolo partito politico segna il 3% – ricorda il Ft – e rischia di essere spazzato via in future elezioni. Eppure Renzi, 46 anni, primo ministro italiano dal 2014 al 2016, è di umore trionfante. Mario Draghi, l’ex presidente della Banca centrale europea celebrato come il salvatore dell’euro, è sul punto di formare un governo di unità nazionale.

E niente di tutto questo sarebbe successo – sottolinea l’ex premier – senza di lui. Il mese scorso ha fatto cadere il governo di coalizione di Giuseppe Conte ritirando il sostegno del suo piccolo partito Italia Viva.

“Nella mia cerchia ristretta molte persone mi dicevano, ‘ma sei pazzo?’ Ogni talk show in Italia diceva: guarda questo pazzo che apre una crisi per motivi personali”.

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In molti – prosegue il Ft – lo accusano di aver tentato di minacciare di far cadere Conte per aumentare la propria influenza sulla coalizione, cosa che lui nega.

“Molte persone mi hanno detto: lo stai facendo solo per avere più ministri, solo per te. Ma un mese fa avevo la golden share nel governo, con Draghi no. Ho perso potere con questa operazione”. Renzi sostiene che il piano fin dall’inizio era quello di creare un’apertura per portare Draghi.

“La possibilità di essere guidato da Draghi era un’incredibile speranza”. “Così ho deciso di rischiare tutto, perché l’obiettivo avrebbe giustificato quel rischio”.

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“Ho ricevuto molti messaggi che dicevano: un mese fa ho scritto su Facebook che eri un figlio di puttana, ma ora riconosco che hai avuto coraggio – va avanti l’ex sindaco di Firenze – Ma è una minoranza. Per molte persone continuo a essere un figlio di puttana”.

Renzi difende anche la sua presenza al panel al fianco del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, mentre in Italia si consumava la crisi da lui stesso innescata. “In Italia questo non è molto normale… È normale per Tony Blair, o David Cameron…, Nicola Sarkozy o gli ex presidenti degli Stati Uniti. In Italia, sono uno dei primi a farlo”.

Nell’intervista Renzi esclude la possibilità di servire come ministro nel governo Draghi.

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”È come andare in bicicletta. Ho fatto un buon lavoro, e ora devo togliermi, farmi da parte; è il momento che il capitano della squadra, Mario Draghi, vada. Sono così felice e così orgoglioso, ma so anche che è ora di lasciare il ruolo ad altri”.

La sua popolarità personale o il suo futuro – assicura – non lo preoccupano più di tanto: “Questo è un problema, lo so, perché in politica la popolarità è importante. Paradossalmente, essere impopolare mi ha permesso di fare questo… Ovviamente preferisco essere amato che odiato. Ma se voglio solo essere amato, il mio lavoro sarebbe quello di influencer, non di leader”.

 

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