Se Grillo, Crimi e Di Maio pensavano che la rivolta anti-Draghi all’interno della base del M5s si calmasse, hanno fatto male i loro calcoli. E se Di Battista ha scelto di andarsene, non tutti sono disposti a cedere così facilmente.
Nonostante Rousseau abbia espresso un voto molto chiaro, la fronda ribelle del Movimento sostiene che non solo la domanda era malposta e faziosa, ma soprattutto il risultato della composizione del Governo Draghi non è conforme a quanto hanno votato i cinque stelle. Insomma, si parla di presa in giro e di tradimento. E soprattutto, si parla di non votare la fiducia a Draghi, cosa verso cui sono orientati almeno 25 senatori.
Come arginare l’ostacolo? Da un lato Luigi Di Maio sta tentando la via della mediazione, riprendendo un po’ in mano le redini del Movimento che aveva dato a Vito Crimi, dall’altro lo stesso Crimi non sembra all’altezza della situazione. E a chi gli chiede se si stia valutando la possibilità se non di opporsi quantomeno di astenersi per quegli ‘scontenti’ del M5s, Crimi risponde: “Stiamo lavorando per l’unità e dovremmo farlo tutti, il Paese sta affrontando un’emergenza. I nostri iscritti hanno votato una cosa molto chiara. E a quella dobbiamo attenerci”.
Insomma, aperture zero. E l’insoddisfazione però cresce.
Crimi fa la voce grossa: "Astensione per i contrari a Draghi? Rousseau ci ha dato un mandato chiaro"
Nonostante Rousseau abbia espresso un voto molto chiaro, la fronda ribelle del Movimento sostiene che non solo la domanda era malposta e faziosa
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16 Febbraio 2021 - 15.24
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