Dopo l’attacco subito dal docente dell’Università di Siena Giovanni Gozzini, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni spiega come sia cambiato il razzismo in Italia.
Eppure non è nuova a questo genere di insulti, visti i tanti gruppi sociali che lei più volte ha provato a denigrare: “Non sono nuova a questo genere di insulti, ma ho notato che negli ultimi tempi il livello si è alzato. Non è più la persona nascosta dietro il profilo delle rete, ora si tratta di docenti, storici, giornalisti. E il frutto di diverse forme di razzismo. Le forme di razzismo viste in quel siparietto erano almeno tre. Intanto quella nei confronti delle donne, che è tipica della misoginia: sembra che non si possa prescindere dal riferimento a una donna senza dire cose turpi. Poi c’è il razzismo verso la destra analfabeta”.
“La terza forma di razzismo che sta ammazzando le persone di sinistra è quella nei confronti del popolo – afferma -. Per loro è un insulto definire qualcuno pesciarolo, ortolano, contadino. Ma anche le anime belle della sinistra mangiano grazie a chi svolge quei lavori indispensabili per la società italiana. Questa sinistra invece se ne sta chiusa nei suoi salotti a discettare dei problemi del popolo, che disprezza e non capisce. Della serie ‘Se il popolo non ha più pane, che mangi brioche’”.
“Al professore sfuggono alcuni elementi basilari della democrazia. Sono 2 mila anni che la società occidentale si interroga su quali siano i migliori per rappresentare il popolo – conclude -. Mi pareva che l’avessimo risolto stabilendo che i migliori sono quelli scelti dal popolo e non mi pare che tra le regole della nostra Costituzione ci sia un numero minimo di libri da leggere per rappresentare gli italiani. Serve un numero minimo di voti, che è un’altra cosa. Altrimenti ci possono riproporre il voto in base al censo”.
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