Nulla da fare: il Bolsonaro (o il Trump) che è dentro di lui non ce la fa a rimanere mascherato da liberale europeista, mentre lui è un negazionista nemmeno più troppo nascosto, non perché nata il virus (c’è un limite a tutto) ma nega che in attesa che la campagna vaccinale vada avanti il ‘riaprire tutto’ non sia una bomba epidemiologica.
Eppure stiamo (purtropppo) galoppando velocemente verso i 100 mila morti.
E che ha detto? Il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha fatto sapere di non gradire ipotesi di ‘chiusure’ che arrivino fino alle festività di Pasqua, il prossimo 4 aprile. “Mi rifiuto di pensare ad altre settimane o mesi di chiusura, se ci sono situazioni locali si intervenga, ma parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa, di chiusure, non mi sembra rispettoso degli italiani”, ha scandito il leghista, parlando con i cronisti nei pressi del Senato.
Il rilancio sul Tg2
“Ho sentito parlare di Pasqua a casa…Pasqua è tra un mese e mezzo, iniziamo ora a combattere il virus”.
Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Tg2 Post.
Dunque si potrebbe riaprire per Pasqua? “Assolutamente sì, nelle zone gialle si può andare al ristorante a pranzo? Sì. Allora si può andare anche a cena. Le palestre e gli impianti sportivi sono controllati. Dove c’è un’emergenza si deve intervenire, non con misure generalizzate, permettendo un graduale ritorno alla vita”. Salvini chiede quindi “un piano per la riapertura graduale delle realtà che possono essere aperte in sicurezza. Ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
“Le varianti – ha concluso – non sono più letali, non fanno più morti, sono più contagiose. Bisogna investire sulle terapie domiciliari”.
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