Ha tutte le ragioni, perché una critica politica non è un insulto: “Sono pronto a ripetere in tribunale, nella forma e nella sostanza, quello che ho detto in tv su Giorgia Meloni”.
Lo ha detto Vauro Senesi a ‘Next Quotidiano’ in risposta a Giorgia Meloni che ha minacciato di portarlo in tribunale, in seguito alle dichiarazioni che il disegnatore e vignettista toscano ha rilasciato ieri a ‘Diritto e rovescio’, la trasmissione condotta da Paolo Deldebbio. ”Mi sorprendono sempre i neofascisti che si offendono se li chiami così. Io mica mi offendo se mi chiami comunista”, ha aggiunto Vauro.
Tutto nasceva dalle offese ormai note rivolte dal professor Giovanni Gozzini alla leader di Fratelli d’Italia. Vauro ha preso le distanze in modo netto da quegli epiteti, senza tuttavia esprimere solidarietà nei confronti della diretta interessata. Il motivo lo ha spiegato lui stesso in diretta tv: “Sono colpito in negativo dalle espressioni utilizzate dal professore. La Meloni è stata ingiustamente offesa, ma quando Liliana Segre è andata in Senato a istituire la commissione contro l’odio, tutta l’aula si è alzata in piedi, tranne i senatori di Fratelli d’Italia e Lega. La Meloni è leader di un partito che ha cavalcato la xenofobia e il fascismo e io non do alcuna solidarietà”.
La domanda è: essendo la Meloni una alla guida ci un partito in cui tanti iscritti festeggiano ancora la Marcia su Roma, cantano Faccetta nera, denicrano partigiani e 25 aprile e si candidano i rampolli della famiglia Mussolini, come potrebbe vincere una causa contro Vauro?
Non è questo cavalcare il fascismo?
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