Parole che no fanno onore a chi le ha pronunciate e tantomeno al partito se non dovesse prendere le distanze.
Perché prendere il numero dei morti della pandemia per auspicare le dimissioni di un ministro è una operazione da destra sovranista. Senza dimenticare che il sistema sanitario è regionale e che sono state spesso tante “regioni a opporsi o polemizzare con le restrizioni, spesso violando o lasciando che alcune categorie violassero le disposizioni.
In Italia è stata superata la soglia dei 100 mila morti per Covid. Un numero che fa un enorme rabbia e che rappresenta tutto il dolore del nostro Paese e di chi ha perso una persona cara in questa terribile pandemia. Occorre un’analisi approfondita e imparziale sugli errori che ci hanno portato a essere tristemente tra i Paesi con il maggior numero di decessi al mondo”.
Lo ha dichiarato in una nota Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva.
Liprandi, va detto, ha cominciato la sua avventura politica in Forza Italia, per poi passare a Scelta civica di Monti e da lì al Pd per poi andare con Renzi,
“Dopo la fine del Conte bis, il ministro Speranza – spiega Librandi – è l’unico ancora al suo posto tra coloro che si sono direttamente occupati dell’emergenza sanitaria nello scorso esecutivo. Ricordo pure che alla vigilia della seconda ondata, stava per uscire il suo libro sulla pandemia dal titolo ‘Perché guariremo’. Piuttosto ci sarebbe da chiedersi perché Speranza sia ancora Ministro della Salute. Francamente, visti i risultati e la palese inadeguatezza nel settore sanitario, con Speranza non ci sentiamo al sicuro. Fossi in lui mi assumerei le mie responsabilità, rimettendo l’incarico al presidente Draghi”.