Zan attacca Meloni: "Becera e volgare, non degna di essere una leader"

Il parlamentare autore della legge contro l'omotransfobia: "Specula per ottenere un po' più di consenso dalla parte più arretrata del Paese inventando le cose"

Alessandro Zan
Alessandro Zan
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3 Aprile 2021 - 16.45


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Continuano gli scontri tra Alessandro Zan, autore della legge contro l’omotransfobia e la destra, da sempre abituata a sottovalutare certi episodi.

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Questa volta Zan contro la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Sul ddl contro la violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere “sono state dette tantissime cose strampalate, inventate. L’ultima è stata di Giorgia Meloni al Maurizio Costanzo Show dove ha detto che con questa legge i bambini di sette anni dovrebbero scambiarsi i vestiti per spiegare l’omosessualità. Questa è una cosa becera, volgare, che non è degna secondo me di una che ricopre una posizione così importante di leader politica e soprattutto perchè è una donna”.

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“Meloni è una donna- spiega Zan- che ha subito un attacco misogino molto violento, verso il quale io ho espresso la mia solidarietà e vicinanza, ma proprio per questo lei dovrebbe essere la prima a essere sensibile a queste questioni. Invece purtroppo specula per ottenere un po’ più di consenso dalla parte più arretrata del Paese inventando le cose”.
Il deputato Pd conclude: “Il rispetto verso le differenze e’ un valore, non è un problema. La società, quando rispetterà tutte le differenze, tutte le persone, a prescindere dalla loro condizione personale, sarà una società più giusta, dove si vivrà meglio tutti. Quando invece a partire dalla scuola ti insegnano che per forza i bambini devono vestirsi di blu e le bambine di rosa, che i bambini devono giocare con i soldatini e le macchinine, che i bambini non devono piangere e le bambine si’, allora si costruiscono dei paletti e degli schemi mentali che possono poi diventare l’anticamera di violenze quando si è adulti, di sopraffazione nei confronti dell’altro. Nei sussidiari di alcune scuole c’è ancora- conclude Zan- che la mamma stira e il papa’ porta a casa lo stipendio, uno stereotipo di genere che va decostruito”.

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