Hanno detto tutto e il suoi contrario. Il M5s perché ha rappresentato il nulla politico tenuto insieme solo da un coacervo di rancore contro la ‘casta’ salvo poi – come l’emergere delle contraddizioni – negare tutti i loro slogan con cui avevano avuto la maggioranza relativa alle elezioni.
La Lega perché, come insegna Salvini, è indipendentista padana e poi nazionalista italiana e poi è no euro ma anche forse euro, pro Putin e anche pro Trump. Fondamentalmente la Lega è quello che gli conviene in quel momento.
“In meno di tre anni”, Lega e M5S “hanno operato sull’Europa un voltafaccia quasi completo”, scrive Le Monde in un editoriale in cui sottolinea la “spettacolare conversione dei populisti italiani”.
“La conversione europea della Lega, più recente di quella del M5S, può allo stesso tempo sembrare più solida. Infatti si basa su calcoli di interessi che sono più solidi delle convinzioni”, si sottolinea.
“La congiunzione della Brexit, che assegna all’Italia più peso in Europa, del calo degli arrivi dei migranti dal Mediterraneo e dell’imminente arrivo di 209 miliardi di euro del piano di rilancio europeo offrono a Matteo Salvini l’occasione ideale per cambiare senza rinnegarsi completamente. In questo modo può calmare le preoccupazioni di una parte del suo elettorato che non apprezzava molto il suo avventurismo anti euro, sostenendo allo stesso tempo che è l’Europa a essere cambiata. Allo stesso tempo si riposiziona al centro dello scacchiere politico, condizione essenziale per un eventuale ritorno in pista”, si spiega.