Le reazioni inorridite della politica all'inchiesta: "Non c'è pena per tanta cattiveria, sia fatta giustizia"

Dopo l'arresto dei responsabili nella notte, Romano (M5s) "Un quadro inquietante: la vita umana svenduta innanzi alla logica del profitto"

La funivia crollata sul Lago Maggiore
La funivia crollata sul Lago Maggiore
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26 Maggio 2021 - 09.32


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Prime reazioni dopo l’arresto dei presunti responsabili del crollo della funivia sul Mottarone, rei di aver manomesso il sistema frenante.

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Le prime voci arrivano dalla destra: “Altro che disgrazia, altro che fatalità. Tre arresti per la strage della funivia Stresa-Mottarone, l’accusa è di aver volontariamente disattivato il freno per motivi economici. Se fosse vero, non esisterebbe pena al mondo per punire tanta avidità e cattiveria”, è il commento di Matteo Salvini sulla svolta delle indagini sull’incidente della funivia.

Giorgia Meloni, ai microfoni di Sky, dice: “Se la ricostruzione degli inquirenti sulle responsabilità per la tragedia di Mottarone “fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita. Se fosse così la giustizia dovrebbe essere implacabile per un fatto di serietà”.

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La sindaca di Stresa, Marcella Severino, affida all’Agi le sue osservazioni: “Un altro colpo al cuore. Sono basita”.

E ancora: ”È una cosa terribile – aggiunge la sindaca – era già nell’aria da ieri che il cerchio si stava chiudendo. L’unica nota positiva è che la macchina, anche quella delle indagini, ha funzionato bene e celermente, lo dovevamo a quelle persone”. Il pensiero della sindaca va, infine, anche ai lavoratori e alle famiglie di quanti lavorano nella funivia: ”È una cosa terribile” ripete ancora.

Per il Movimento 5 stelle arrivano le parole di Iunio Valerio Romano: “Gli sviluppi delle indagini sulla tragedia del Mottarone portano ad un quadro inquietante. Si apprende di un ‘gesto materialmente consapevole’, per ‘evitare disservizi e blocchi della funivia’, che da quando aveva ripreso servizio, presentava ‘anomalie’. La vita umana svenduta innanzi alla logica del profitto. Non ci sono responsabilità colpose. Qui si tratta di coscienza e volontà, rappresentazione e accettazione dell’evento come conseguenza della propria spregevole condotta. Se i fatti saranno confermati, c’è dolo e la reazione sanzionatoria dovrà essere esemplare, affinché non maturi uno sconfortante sentimento di impunità, esso stesso causa di condotte scellerate. È forte il bisogno di Giustizia. Lo si deve alla vittime. Lo si deve alla collettività, perché mai più si possa anche solo lontanamente pensare che l’interesse economico possa valere una vita umana”. 
Per Fratoianni: “A questo punto delle indagini credo che sia abbastanza chiaro quello che hanno fatto.

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La domanda che sorge però a questo punto è : in che Paese viviamo?
Perchè se qualcuno per profitto o per non chiudere in un week end un impianto di trasporto o per non fare i lavori necessari insomma per non perdere qualche soldo mette a rischio la vita delle persone, e in questo caso drammatico  contribuisce ad una strage, vuol dire che viviamo in una società sbagliata.
C’è un corto circuito ormai insostenibile fra i valori che ci devono animare e le scelte che si compiono per interesse.”
Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dai microfoni di Skytg24 nel corso della trasmissione Start.
“La dico qui, – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – si fermi subito allora nel dibattito politico la storiella della liberalizzazione del codice degli appalti, la si smetta con la retorica dei troppi controlli e lacciouli e della necessità di limitarli, la si smetta con la retorica che è la burocrazia che blocca tutto. Perchè alla fine tutto finisce qui ad un meccanismo in cui il tema è questo: bisogna essere veloci perchè c’è bisogno di profitto. E pazienza se qualcosa salta.”
“ Ma poichè in quel qualcosa che salta c’è la vita delle persone e la sicurezza di tutti  dai ponti alle strade alle funivie ai luoghi di lavoro, si fermi subito – conclude Fratoianni – questo scempio”

 

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