Una cristianità di comodo: la realtà è che Giorgia Meloni è pronta a sbraitare non appena si parla di migranti e rispetta i dogmi della chiesa solo quando se ne ricorda, come ieri, quando è rinvenuta criticando dopo l’immagine di un ragazzo travestito da Gesù alla manifestazione contro l’omofobia.
La polemica è accesa: “Che Giorgia Meloni si erga a difensore della cristianità rivendicando che al Roma Pride non possa mostrarsi un ragazzo travestito da Gesù Cristo, mi fa molto pensare. Mi chiedo come mai la patriottica Giorgia si ricordi di essere cattolica e praticante solo in queste circostanze, mentre mostra gravissimi vuoti di fede quando urla che bisogna respingere al mittente quei poveri migranti che cercano un po’ di vita approdando sulle nostre coste”.
Lo scrive su Facebook il deputato Giorgio Trizzino, ex M5S ora al Misto.
“Vedi…. cara Giorgia – prosegue Trizzino – la dimensione del Cristiano implica il possesso di taluni requisiti che si basano sulla tolleranza e sulla accettazioni delle altrui posizioni, anche se non le condividi. E poi Giorgia c’è un’altra questione che ci divide profondamente e che riguarda il concetto di carità che dovrebbe plasmare il nostro essere cristiano. La carità non può essere divisiva, non può basarsi su continui distinguo, non può essere strumentalizzata per cercare consensi. E Tu della ricerca di consenso hai fatto il tuo stile di vita… e questo non è proprio da Cristiano”.
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