La Francia lo ha introdotto, mentre gli altri paesi europei ne stanno ampiamente discutendo.
Anche in Italia è tempo di decisioni, perché il tempo stringe:
Green pass obbligatorio? “Per definire la via italiana all’uso allargato del certificato ‘verde’ per incentivare le vaccinazioni, ci sarà “coesione”, “condivisione” e “rispetto per la sensibilità di tutti, ma poi si decide, come ci ha insegnato il presidente del Consiglio Mario Draghi”.
A sottolinearlo, nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles dove si trova per una serie di incontri istituzionali, è la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, di Forza Italia. Bisogna fare uno “scatto in avanti” con le vaccinazioni anti Covid, spiega la ministra, perché l’Italia “non deve richiudere”.
Nel centrodestra sull’uso ‘ampio’ del Green Pass Forza Italia appare isolata: “E’ normale su un tema importante come questo – risponde Gelmini – avere sensibilità differenti. Sono fiduciosa che su questo tema si troverà una soluzione unitaria, come ha detto il presidente Massimiliano Fedriga”.
“Credo sia fondamentale – ribadisce Gelmini – avere fiducia nella scienza. Il sistema di vaccinazioni funziona se si raggiunge un numero di persone vaccinate molto elevato. Quello che si può fare per evitare di chiudere il Paese, che è la preoccupazione di Forza Italia e del governo”, occorre farlo, poiché la pandemia di Covid, oltre a costi umani, ha anche costi economici e sociali.
“Se non vogliamo tornare a dover chiudere il Paese – sottolinea Gelmini – non possiamo perdere tempo. E non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti: ciò che serve per fare questo scatto credo debba essere compiuto”.
“E credo – aggiunge Gelmini – che ci saranno le condizioni per compiere queste scelte in un clima di coesione, condivisione, rispettando la sensibilità di tutti ma, come ci ha insegnato a fare il presidente Draghi, poi decidendo”.
Ha per caso già sentito i ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia su questo? “I ministri Giorgetti e Garavaglia non li ho sentiti perché sono qui a Bruxelles, ma li sento sempre. I rapporti sono assolutamente buoni”, risponde la ministra.
Per quanto riguarda la situazione determinata dalla diffusione della variante Delta e il conseguente possibile uso allargato, seguendo una “via italiana”, del Green Pass, aggiunge la ministra, “la decisione verrà presa nella cabina di regia che si svolgerà nei prossimi giorni, probabilmente la prossima settimana. Sarà quella la sede in cui il governo si esprimerà”.
“E’ chiaro – continua – che guardiamo con preoccupazione alla diffusione della variante Delta e monitoriamo l’andamento dei dati. E’ confortante il numero di inoculazioni giornaliere: riusciamo a raggiungere e spesso a superare le 500mila al giorno, e questo ci conforta”.
Però, spiega, “dobbiamo porre un’attenzione particolare nei confronti dei 2,5 mln di ultrasessantenni che ancora non si sono vaccinati”.
“Dobbiamo avere fiducia nella scienza e anche nell’Europa. Perché, ricordiamocelo, l’Europa ha evitato una guerra sui vaccini ai diversi Stati”, ha sottolineato poi, prima di incontrare Sandra Gallina, direttrice generale alla Sanità della Commissione Europea, colei che guidato i negoziati con le case farmaceutiche per l’acquisto congiunto dei vaccini anti-Covid.
Il piano, inizialmente criticato da più parti per via delle scarse consegne nei primi mesi, causate dalla produzione inizialmente insufficiente, ha consentito all’Ue, malgrado i problemi registrati con le forniture da AstraZeneca, di consegnare agli Stati membri dell’Unione, da dicembre a luglio, dosi di vaccini anti-Covid sufficienti a vaccinare completamente il 70% della popolazione adulta.
“Il fatto di avere lavorato tutti assieme per una distribuzione condivisa dei vaccini ha evitato un conflitto che sarebbe stato devastante”, ricorda ancora Gelmini.