La decisione di non vaccinarsi a causa degli anticorpi ancora alti ha scatenato dubbi e polemiche.
“Dopo aver contratto il virus, la sindaca Raggi ha seguito il protocollo. Ha gli anticorpi ancora alti. Segue, come chiunque, i consigli del medico rapportati alla propria condizione clinica”.
Così il Campidoglio risponde a chi domanda se la prima cittadina di Roma abbia ricevuto o meno il vaccino anti-Covid.
Parole che non convinco gli esperti delle fonti sanitarie regionali che affermano:
“Non ci sono ragioni per non vaccinarsi dopo la guarigione dal Covid, la vaccinazione è sicura ed efficace. Per chi ha avuto l’infezione il vaccino va interpretato come un grosso stimolo immunitario, un booster, una risposta rapida e immediata in quanto c’è già memoria immunitaria nel corpo”.
Raggi aveva contratto il virus a novembre 2020, da asintomatica, rimanendo in isolamento per una decina di giorni.
La sindaca si era negativizzata al tampone del 15 novembre e il 16 era tornata in Campidoglio. Da allora sono trascorsi 8 mesi.
Secondo una direttiva del ministero della Salute, ”è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SarsCoV-2/Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa”.
Le Asl regionali parlano della difficile gestione dei guariti, che vogliono ottenere il Green Pass perché hanno valori di anticorpi alti, nonostante siano passati più di 6 mesi dall’unica dose fatta. Le autorità sanitarie affermano:
″È una questione di sanità pubblica, la risposta è facile chi è guarito, per avere il Green pass deve fare una dose se la fine della malattia, certificata da tampone negativo, è avvenuta tra i 3 e i 6 mesi. Dopo, per prorogare la validità del pass, è tenuto a completare la schedula vaccinale”.
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