Sta girando il mondo distaccandosi completamente dal Movimento 5 Stelle subito dopo il sì al governo Draghi.
Qualche traccia del Movimento gli è rimasta comunque dentro, come dimostra la sua opinione sulla gestione della questione talebana, molto vicina a quella di Giuseppe Conte, ossia il dialogo.
“Ai talebani di essere ‘riconosciuti’ importa poco o nulla. Sono i vincitori della guerra in Afghanistan e, piaccia o non piaccia, se si vuole avere un minimo di influenza su una terra strategica o se si vuole dar seguito alle dichiarazioni contrite e mettere in piedi corridoi umanitari per migliaia di profughi, bisogna parlare con loro. Punto. Oltretutto non sarebbe nulla di nuovo”.
Così l’ex deputato: “Preferisco scrivere verità scomode che accodarmi a un esercito di sepolcri imbiancati che non dovrebbero neppure pronunciare la parola Afghanistan dopo aver difeso una guerra scellerata”.