Dove finisce la retorica? Di fronte ai fatti. E così la capa di Fratelli d’Italia che difende gli irresponsabili e egoisti che se ne fregano della pandemia e rivendicano il diritto e la libertà di infettare il prossimo.
Poi parla di senso di appartenenza. Ma a quale? All’Italia e gli italiani?
Se così fosse (anche se l’umanità non può e non deve avere confini) il senso di appartenenza degli italiani si dovrebbe tradurre nell’impegno di proteggere i più deboli e fare qualche piccolo sacrificio nel nome del bene collettivo.
Ma così non è: così le parole dell’ex mista suonano vuota retorica.
“La memoria non è semplicemente qualcosa di museale, serve davvero se educa… L’amore si misura dai sacrifici, i Giuliano Dalmati hanno dimostrato di saper sacrificare tutto pur di essere italiani, tutti i problemi italiani nascono da qui, dal non sentirci legati a un destino, a un’appartenenza… C’è una mancanza di amor proprio e di appartenenza… Noi siamo stati il primo partito a definirci patrioti e oggi fanno a gara a definirsi patrioti, dal Pd a Renzi”.
Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni parlando a un’iniziativa elettorale in vista delle amministrative a Roma, in piazza Giuliani e Dalmati. Con lei il candidato del centrodestra al Campidoglio Enrico Michetti.
“Noi crediamo che l’Italia abbia bisogno di ricordare per ricostruire”, ha ribadito Meloni.
Esatto: ricordiamo la dittatura fascista, ricordiamo le stragi nazi-fasciste, ricordiamo il sacrificio dei partigiani e dei tanti che si opposero al regime fascista e che morirono o furono torturati e imprigionati perché difendevano la libertà.
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