Una polemica che travolge Carlo Calenda in piena campagna elettorale per le amministrative di Roma.
Il casus belli legato alla locandina di una delle candidate, Cecilia Frielingsdorf, che si è presentata solo con il nome di battesimo a causa della difficoltà del proprio cognome.
Michela Murgia ha subito attaccato questa scelta, facendo scatenare un gran caos.
Accuse di sessismo che la scrittrice Michela Murgia ha rivolto a Carlo Calenda nel corso della sua rubrica settimanale, dal valore sociale simbolico e anche prezioso.
E’ stata poi la stessa candidata a dare una spiegazione, facendo notare come si sia dato più attenzione al nome, piuttosto che ai programmi o alle idee.
Gentile Michela Murgia e cari elettori, mi chiamo Cecilia Frielingsdorf.
Per semplificare la possibilità di votarmi sono stata iscritta alle liste elettorali come Cecilia Frielingsdorf detta CECILIA.
Spero di essere giudicata per le mie idee e non per il mio cognome.— cecilia frielingsdorf (@cefrielingsdorf) September 12, 2021
Il tema orbita attorno alla difficoltà del nome, spiegazione che per la Murgia è parsa una scusa.
Nelle sue storie la scrittrice cita Schlein, vice presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Storica militante del Pd, passata in quota Possibile con il distaccamento di Civati per poi dedicarsi totalmente al suo progetto politico Emilia Coraggiosa.
L’esempio però non gioca a favore della Murgia. Schlein infatti all’anagrafe è Elena Ethel Schlein, composizione non troppo facile per chi immagina di rivolgersi ad un elettorato generalista.
Al punto che alle ultime elezioni regionali anche l’ex dem con una storia politica territoriale molto importante si era messa al sicuro candidandosi con il detto Elly, nome che per altro utilizza in tutte le locandine elettorali.
Una scelta di conservazione, nonostante il cognome di Schlein si scrive come si pronuncia ed anche in caso di assenza della H rappresenterebbe una chiara intenzione di voto. E dunque per legge da considerarsi voto valido.
Forse in casa Azione non sono riusciti a considerare lo stesso ragionamento per il cognome Frielingsdorf, al punto da non indicarlo neanche sulle locandine.
Tanto più, considerato, che si tratta di una candidata al Municipio e quindi destinata ad un confronto voto a voto.
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