Dopo le poche unità contate nel suo comizio di Montepulciano, le cui foto hanno fato il giro dei social, anche a Bologna è andata in scena l’ennesima figuraccia del Bolsonaro italiano.
”Ieri Matteo Salvini era a Bologna e a seguirlo c’erano poche decine di persone. Talmente poche che il suo staff social (fu la ”bestia”) non ha pubblicato neanche una foto. Tra gli assenti c’era, udite udite, anche il suo candidato sindaco, che ha preferito fare altro perché ormai il capitano non tira più.
Nessuno degli slogan triti e ritriti sulla sicurezza è riuscito a fare breccia nel dibattito elettorale, tant’è che oggi sui giornali si parla di tutt’altro”.
Così il leader delle Sardine, Mattia Santori.
“Non so la percezione che c’è nelle altre città – aggiunge -. Qui a Bologna l’impressione è che con questa tornata elettorale si consumerà il capitolo finale del suicidio politico di un leader che fino a due anni fa portava a spasso la politica, i media e i frustrati del web (gli unici che ancora oggi gli rimangono fedeli)”.
“E venite pure a dirmi che sono un coglione fankazzista sotto i miei post. Che devo andare a lavorare ecc”, si sfoga Santori, candidato nel Pd in città. “Ma intanto io questa città la vivo in carne ed ossa e la coalizione di cui faccio parte ha un progetto politico che guarda al 2030. Mentre voi continuate a brancolare nel buio, affidandovi ieri a Salvini, oggi alla Meloni e domani all’ennesimo leader di cartone destinato a durare il tempo dei propri slogan. Non capendo che senza collettività e democrazia non c’è progetto politico che tenga. Sapete cosa? Non vi invidio, ma proprio per niente”.
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