Gettate le basi per la politica economica dei prossimi anni: numeri che danno un’idea di quale sarà il futuro del nostro paese in ripresa dopo la pandemia.
“L’intonazione della politica di bilancio rimane espansiva nei prossimi due anni e poi diventa gradualmente più focalizzata sulla riduzione del rapporto debito/Pil”.
È quanto si legge nella premessa alla Nadef a firma del ministro dell’Economia, Daniele Franco. “La completa realizzazione del Pnrr resta la grande scommessa per i prossimi anni, in un contesto mondiale che è forse il più complesso ed articolato della storia recente. È una scommessa – sottolinea Franco – che l’Italia può vincere con la coesione interna, il buon governo e un forte radicamento europeo”.
Dal documento approvato dal Cdm emerge anche che il debito pubblico per la prima volta dopo la pandemia scende. “Il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5 per cento, dal 155,6 per cento nel 2020” si legge.
Il debito continuerà a scendere anche nei prossimi anni, dopo il calo al 153,5 per cento di quest’anno, scendendo nel 2022 al di sotto del 150%. Secondo i dati il debito diminuirà al 149,4% del Pil il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024.
Uno degli obiettivi, si legge nell’introduzione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, è di “ricondurre il rapporto debito/Pil al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030”.
“Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo – si legge nel documento – l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. In base alle proiezioni si può prevedere che tale condizione sarà soddisfatta a partire dal 2024″ si legge nel documento.
Nella nota viene anche scritto che nel 2021 il Pil si attesterà a +6% e nel 2022 segnerà un +4,7% programmatico.
Nel documento si prevede quindi che gli interventi in programma per il prossimo anno spingeranno la crescita di mezzo punto percentuale: si parte infatti da +4,2% tendenziale. Nello scenario programmatico la crescita del Pil sarà poi del 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024.
Nella noto viene scritto che il margine di bilancio potenziale per la manovra è di circa 22 miliardi. A livello tendenziale, cioè a politiche invariate, secondo le stime del governo il deficit si ridurrà al 4,4% nel 2022 a fronte di un indebitamento programmatico fissato al 5,6% del Pil per l’anno prossimo.
Questo comporta uno spazio di manovra di 1,2 punti di Pil, tra 21 e 22 miliardi, per finanziare nuovi interventi.
“Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime” si legge ancora nella Nadef.