Marsilio minimizza il fascismo in Fratelli d'Italia: "Marginale e grottesco"

Il presidente della regione Abruzzo cerca di smussare gli angoli con una generica presa di distanze ma il nocciolo resta: Fdi ha il coraggio di dire che il fascismo su una dittatura guidata da un criminale?

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio con Giorgia Meloni
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio con Giorgia Meloni
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4 Ottobre 2021 - 10.09


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Tutte le prese di distanza sono aria fritta fino a quando il partito di Giorgia Meloni non dichiarerà ufficialmente che il fascismo non ebbe meriti (come ha detto Mattarella) che Mussolini fu un dittatore criminale e che l’Italia dovrà ringraziare i partigiani che hanno portato la libertà e grazie ai quali l’Italia ha una Costituzione tra le migliori al mondo che ha garantito perfino agli ex fascisti (quelli che imprigionavano, esiliavano o uccidevano gli oppositori politici) di poter sedere in parlamento.

”Un fenomeno marginale e francamente grottesco. Si sbaglia a dargli tanto peso per la costruzione di fantasiosi teoremi”.

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Marco Marsilio minimizza e giudica in questo modo alcuni nostalgici del passato che fanno parte di Fratelli d’Italia.

In un’intervista alla Stampa, il governatore abruzzese di Fdi parla anche di ”qualche mitomane. Qualche relitto paranoico”, riferendosi a chi, oggi, ha nostalgia del regime. ”Il nostalgismo – afferma – era una cosa che aveva al limite una sua dignità umana. Si poteva capire il nostalgismo di chi, a vent’ anni, si era trovato a combattere. Furono anni difficili, dolorosi. Quel nostalgismo aveva un suo perché quando ancora c’erano i reduci: gente che a 15 o 20 anni aveva vissuto un’epopea. Questi che scimmiottano il passato, sono un fenomeno che andrebbe indagato con gli strumenti della psichiatria”.

Ma che cosa è la destra oggi, nel 2021? ”Ci sono elementi – risponde – che la caratterizzano a prescindere dai tempi. Oggi in particolare in un mondo globalizzato, con identità fluide, è la consapevolezza delle proprie radici, del proprio patrimonio culturale, intorno al quale tramandare una tradizione. E’ la valorizzazione della propria identità anche in un mondo fluido. Anzi, a maggior ragione in un mondo fluido. Mentre c’è chi ritiene che nel mondo globalizzato le identità debbano divenire liquide, mutevoli, senza riferimenti, senza confini, la destra, anche aprendosi al mondo, vuole difendere le identità. E il sovranismo – aggiunge – è innanzitutto la rivendicazione di un principio sempre meno rispettato, e cioè che la sovranità è del popolo, non di piccole presunte élite illuminate che si arrogano il diritto di decidere per tutti. E poi, su una scala più ampia, la riaffermazione di spazi decisionali nazionali in un mondo dove organizzazione sovranazionali e anche società private multinazionali, finanziarie, economiche, oggi sono più forti degli Stati stessi”.
I progressisti – dice ancora Marsilio – ritengono di conoscere il senso del mondo e della storia; e invece hanno sempre avuto torto. Alla fine si sono sempre scontrati sulla necessità dell’essere umano di avere una famiglia, una comunità, dei costumi, delle tradizioni. Questa spinta a travolgere tutto, perché dobbiamo essere soltanto consumatori universali, uguali in tutto il mondo, esiste ed è sempre più forte, ma non è scritto nelle stelle che sia la strada giusta. E guardi che il nostro non è il tentativo di fermare il mare con le mani. Non c’è contraddizione tra il vivere in un mondo evoluto, con tecnologie dati e trasporti sempre più veloci, e il piacere e il gusto di conservare tradizioni che hanno secoli di storia. Chi sono i tifosi di questa società senza frontiere, del melting pot, senza tradizioni? – si chiede il governatore – Piccole e ristrette élite metropolitane. Alcuni in buona fede esprimono una visione irenica del mondo. Altri hanno tutto l’interesse. E il prezzo lo pagano le classi più povere. Succede all’interno degli Stati nazionali, ma anche nel rapporto tra aree del mondo. Si prendano i flussi migratori sempre più imponenti. Se non si cambia, questo cosiddetto modello della globalizzazione non è mica tanto felice.

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Basta guardare quel che succede con l’Africa. Gli squilibri sono talmente enormi, che diventerà sempre più difficile governarli”.

D’accordo: ma lo vogliamo dire o no che Mussolini fu un criminale e che tutti i dirigenti e militanti che festeggiano la Marcia su Roma o cantano Faccetta nera li cacciate dal partito?

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