Non bastano le giustificazioni del capo politico Conte per nascondere quello che per il Movimento 5 Stelle sembra essere il punto più basso dalla sua nascita.
In Emilia Romagna, dove tutto ebbe inizio con il primo V Day di Beppe Grillo, per il M5S questa tornata delle amministrative finisce con un bottino magrissimo: basti pensare al
3,4% racimolato a Bologna e al 2,4% di Rimini, dietro alla lista No Vax ‘3V – Verità Libertà’ che invece si attesta al 4,1%.
Il bolognese Giovanni Favia, grillino della primissima ora espulso dal Movimento nel 2012, commenta duramente la debacle del M5S alle ultime elezioni puntando il dito contro Max Bugani, il plenipotenziario dei 5 Stelle in Regione: “Bugani – dice Favia – dovrebbe chiedere scusa e dimettersi, ma non lo farà, non l’ha mai fatto. E’ 10 anni che fa il consigliere comunale per raccattare poco più di 300 preferenze. E’ un fallimento totale della sua gestione e del Movimento 5 Stelle”.
“Se guardiamo i voti assoluti, quando mi candidai io nel 2009, ovvero quando il M5S davvero partiva da zero senza parlamentari o consiglieri regionali, io presi 7mila voti, quasi il doppio di quelli che hanno preso oggi. Bugani, invece di riconoscere la sconfitta, ha balbettato che comunque è un nuovo inizio del M5S con Conte, ha cercato di indorare la pillola. In realtà è una catastrofe, è come il meteorite per i dinosauri”, rincara l’ex consigliere regionale.
Per Favia i grillini “sono completamente finiti, è inutile che parlino di vittoria dell’alleanza col Pd: balle. Sono completamente ininfluenti nel centrosinistra, che avrebbe vinto ovunque e comunque”.
“Sono diventati il classico supporto del Pd, tenderanno a sparire come è accaduto ai Verdi e ai partiti alla sinistra del Pd che erano in coalizione, perché prenderanno il loro strapuntino di voti e in cambio avranno qualche poltrona e qualche assessorato. Il M5S a Bologna – attacca ancora l’ex pentastellato – non ha costruito nessuna classe dirigente: sono il partito degli affari e del tornaconto personale”.