“Fidanza? E’ stato sospeso solo per il fatto di frequentare quella gente. Come ho detto a ‘Dritto e rovescio’ su Retequattro, non c’è nessuno spazio in fratelli d’Italia per nostalgie del fascismo, razzismo, antisemitismo, folklore e imbecillità. E non c’è in queste dichiarazioni niente di nuovo rispetto al passato. Formigli non lo sa perché la verità non pare interessargli”.
Lo dice Giorgia Meloni replicando alle parole del giornalista Corrado Formigli, che nella puntata di ieri sera di ‘Piazza Pulita’, su La7, ha accusato la presidente di Fratelli d’Italia di non aver detto “di essere schifata dai saluti fascisti e dalle proposte discutibili di finanziamenti ‘black'” mostrati nell’inchiesta di Fanpage sull’estrema destra a Milano, in cui è finito anche l’ex capo-delegazione in Ue di Fdi, Carlo Fidanza.
La capa di Fratelli d’Italia ha fatto un leggero passettino nella presa di distanze dagli estremisti. Ma deve essere conseguente. Per esempio quando si esprimerà contro la Donazzan?
Elena Donazzan, assessore all’istruzione del Veneto, a gennaio scorso nella puntata del programma televisivo di ieri “La zanzara” aveva cantato in diretta la canzone fascista e razzista “Faccetta nera”.
Quando il conduttore Cruciani le ha chiesto di scegliere tra “Bella Ciao” e “Faccetta nera” l’assessore non ci ha pensato due volte.
Poi aveva difeso la scelta dello zio Costantino, militare fascista, e il conduttore Parenzo le ha ricordato che, anche per colpa dello zio, la sua famiglia ebrea è dovuta fuggire in Svizzera.
“Ieri è accaduta l’ennesima vicenda inaccettabile per i veneti. Elena Donazzan è assessore all’istruzione e dovrebbe difendere i valori della democrazia e della Costituzione.
Se solo un assessore di un Land tedesco avesse provato a cantare una canzone nazista in diretta radiofonica, sicuramente si sarebbe dovuto dimettere. Questo clima di intollerabile revisionismo, che ha ormai sdoganato il fascismo manifesto di una figura istituzionale è il simbolo di una regressione culturale e civile”.
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