Mattarella dà voce alla ragione: "Non possono prevalere le teorie antiscientifiche di pochi violenti"

Il Presidente, durante la Cerimonia di nomina dei Cavalieri del Lavoro: "La ricerca e i vaccini ci hanno ridato spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite"

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella
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26 Ottobre 2021 - 14.17


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Durante la Cerimonia di nomina dei Cavalieri del Lavoro che si è tenuta oggi, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato il difficile tema della ripartenza nel post pandemia, definendola “una strada nuova” e sottolineando che “dobbiamo percorrerla con determinazione e speranza come nel dopoguerra, con il concorso di forze e persone.

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Possiamo aver fiducia in noi stessi perché abbiamo affrontato una prova durissima”. 
“Non possono prevalere i pochi che vogliono far prevalere le loro teorie antiscientifiche, con una violenza a volte insensata. Gli italiani hanno dimostrato responsabilità. La ricerca e i vaccini ci hanno ridato spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite”, ha continuato Mattarella in riferimento alle crescenti manifestazioni violente della frangia No Green Pass e No Vax. 

“Soltanto crescendo insieme cresceremo di più, si tratta dell’affermazione costituzionale del lavoro. Il progresso è possibile e duraturo solo se coinvolge l’intera società. Occorre avere il coraggio di adeguare le condizioni non facili di una società in cui sono aumentate le disuguaglianze. Il lavoro deve essere rimesso al centro e questa è la prova di un Paese maturo”.  

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“Il Pnrr è una grande occasione che non possiamo perdere”, ha detto ancora Mattarella. 

“La nostra economia cresce a ritmi incoraggianti, superiori alla media di altri paesi europei e in Italia la campagna vaccinale ha più successo che altrove”, ha aggiunto Mattarella. “Bisogna andare – ha proseguito – oltre la congiuntura favorevole e porre le basi di un miglioramento strutturale delle reti, dei fattori produttivi e dei servizi. Scontiamo ritardi antichi da recuperare”.

“L’alleanza tra le generazioni è una condizione per uscire dallo stallo che il Paese ha vissuto. Sono proprio i cambiamenti profondi intervenuti nella società – demografici, culturali, persino antropologici – a imporci di sanare in tempi rapidi quelle fratture che rischiano di farci arretrare. La marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie: in una stagione di innovazione così accelerata, come è quella attuale, sarebbe una menomazione ancor più insopportabile. Non dobbiamo permetterlo”.

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“La ripartenza è una strada nuova. Dobbiamo percorrerla con determinazione e con speranza. Come è accaduto nel dopoguerra quando la ricostruzione è cominciata dalle macerie, quando un nuovo modello sociale, più capace di benessere, di opportunità e diritti, è scaturito dal concorso di forze e di persone che quel benessere non l’avevano mai conosciuto. Possiamo avere fiducia in noi stessi. Perché abbiamo affrontato, insieme, una prova durissima. E siamo stati capaci di solidarietà, di senso civico, di responsabilità, di dedizione al lavoro”.

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