Il partito democratico deve chiarisi bene le idee: sarà un partito progressista, anche se con diverse anime. O sarà un partito riformista, parola che ormai è distante anni luce dalla vecchia tradizione riformista/massinalista ma che significa liberista o al massimo liberal-democratico.
La vittoria Pd alle amministrative era “impensabile fino a pochi mesi fa” e ora “carica di responsabilità” il partito, che deve dimostrare di avere “un fisico all’altezza” e diventare la “casa di tutti i progressisti”. Lo ha detto il vicesegretario Pd Giuseppe Provenzano, parlando alla direzione del partito.
“Una vittoria così netta era impensabile fino a sei mesi fa, quando l’Italia sembrava destinata a Meloni e Salvini. È stata vincente la scelta di porci alla guida del campo progressista, essenziale per la natura stessa del Partito democratico. Dove non siamo stati uniti, sempre siamo stati unitari”.
“Ora – ha aggiunto – serve ancora più coraggio e determinazione sulla lotta alle disuguaglianze, la domanda politica è mutata nella pandemia. L’astensione non va derubricata. Noi dobbiamo portare avanti l’agenda sociale nell’azione di governo. Sulle pensioni non si possono fare parti uguali tra diseguali”.
Ha concluso Provenzano: “Questa vittoria ci carica di una responsabilità. Dobbiamo avere un fisico all’altezza della spinta nuova che viene dalle elezioni amministrative. Dobbiamo investire di più sulle agorà. Devono servire a suscitare una mobilitazione sociale sulle priorità con cui ci presenteremo agli italiani per le elezioni politiche e a dare una nuova fisionomia al nostro partito. Dobbiamo fare del Pd la casa di tutti i progressisti”.
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