Mentre Salvini omaggia Bolsonaro, Giorgetti vorrebbe vedere la Lega nel Ppe. Il primo vuole Berlusconi al Quirinale, il secondo rilancia Draghi. Su Repubblica Emanuele Lauria si fa un’ottima domanda: ma come fanno a stare insieme Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti?
Anche stavolta il leader non la prende bene. Nessuna critica diretta al vicesegretario, ma una battuta (“Giancarlo mi paragona a Bud Spencer? A me piace il teatro”) e soprattutto un atto concreto quanto emblematico: il numero uno della Lega convoca per domani un consiglio federale, per ribadire la sua linea e verificare se coincide con quella degli altri dirigenti. Mossa non casuale, come spiegano diversi parlamentari vicini a Salvini che manifestano “stupore, irritazione e anche rabbia” per le parole del ministro dello Sviluppo Economico.
Nessuna intenzione di scissioni dalla Lega, rispondono dalla cerchia di Giorgetti. Nessuna intenzione di mettersi alla testa dei leghisti più insofferenti alla spinta sovranista per costruire quello che Salvini chiama «centroni o centrini», nessuna intenzione di mirare al nome stesso del partito, la Lega per Salvini premier.
Anzi, dai giorgettiani arriva una precisazione: Le frasi del ministro, per come sono state diffuse ieri, sarebbero state un taglio brusco di un ragionamento più ampio. E dunque, si attende di leggere il libro di Bruno Vespa — che esce domani — per una valutazione più compiuta.
Staremo a vedere…
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