Un bel passo in avanti rispetto a quando diceva che M5s non era né di destra e né di sinistra ma sarebbe stato l’ago della bilancia.
Ora, al contrario, sembra aver fatto un passo in avanti per radicarsi nel fronte progressista.
“Il Movimento 5 Stelle in Europa guarda ai progressisti, mentre sul fronte interno si sta adoperando per la formazione della classe dirigente territoriale”.
Ad annunciarlo è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Stiamo lavorando a una coalizione progressista e anche in Europa, nel Parlamento europeo, dobbiamo guardare a quell’area aderendo all’S&D”.
L’ex capo politico del Movimento assicura di non avere alcuna intenzione di rimettersi la cravatta che si è tolto, lasciando spazio all’attuale presidente Giuseppe Conte che “ha avviato il progetto piu’ ambizioso della nostra storia”.
Vale a dire, spiega Di Maio, “costruire una classe dirigente che esiste a livello nazionale ma non a livello territoriale”. Conte, prosegue il pentastellato, “sta lavorando anche a una scuola politica del M5s”.
Del governo Conte I, Di Maio rivendica come risultati “le leggi anticorruzione, i decreti dignita’”. E giudica l’ex alleato Matteo Salvini “una persona inaffidabile”. “Volevamo fare un’alleanza di governo, lui ha pensato al suo partito e da lì sono iniziate le sue disgrazie”, è la ricostruzione del ministro.
Critiche dure anche per Matteo Renzi. “Aveva bisogno solo di far cadere il Governo Conte. Si sente realizzato solo quando provoca macerie. Presto lo rivedremo in un gruppo con Fi, Salvini e la Meloni”.
No al totonomi sul Colle. Il ministro afferma che “del Quirinale parleremo dopo la Legge di Bilancio”, altrimenti “arriviamo a gennaio che i nomi non ce li abbiamo piu'”.
Sugli allarmi di Napoli lanciati dal neo sindaco Manfredi, Di Maio afferma che “Gaetano ha ragione da vendere e adesso gli impegni presi per lui vanno mantenuti dalle forze politiche”. In primis, “stiamo lavorando a una soluzione strutturale per il bilancio”, ovvero “un intervento che non porta più Napoli con l’acqua alla gola”
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