A commento dell’istituzione da parte di Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, della figura dell’inviato speciale per la tutela dei diritti delle persone Lgbtqi+, Giorgia Meloni fa la parte della buona, esprimendo soddisfazione per la decisione e specificando che “arriva all’indomani dell’approvazione in Senato dell’emendamento di FdI alla legge di delegazione europea che impegna il Governo a non firmare accordi di tipo culturale o formativo con quegli Stati che non riconoscono piena parità dei diritti alle donne o che prevedono nei loro ordinamenti il reato di omosessualità come accade in molti Stati che applicano in modo integralista la legge coranica”.
“Ora” continua Meloni, “chiediamo al Ministro Di Maio di dare seguito anche alle risoluzioni approvate in Commissione Esteri alla Camera e che impegna il Governo ad istituire l’Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa: la persecuzione dei cristiani, il più grande genocidio in atto nel mondo e l’Italia non può menticare i nostri fratelli cristiani che rischiano la vita in ragione della propria fede”.
Oltre all’ovvia considerazione che è molto difficile credere che la persecuzione dei cristiani, che esiste ed è una tragedia, sia però un fenomeno che per mortalità e gravità sia paragonabile, alla crisi migratoria, vale la pena fare caso al fatto che Meloni si scalda per la libertà religiosa solo quando riguarda la cristianità. La sua quotidiana battaglia contro l’Islam, che non è quello dei talebani e dei terroristi ma è una religione di pace esattamente come il cristianesimo con cui condivide radici e molte tradizioni, dimostra che per Fratelli d’Italia la libertà ha dei confini ben precisi, quelli del cristianesimo occidentale. Il resto non è degno di attenzione.
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