Scenari da brividi, con la speranza che nonostante la destra sovranista dal cilindro esca un nome all’altezza di Mattarella e dei tanti ottimi presidenti che abbiamo avuto.
Draghi e Berlusconi restano i nomi forti per il Colle. Il fixing quasi quotidiano del gradimento popolare, li vede solidamente avanti alla lista degli ipotetici candidati, lista che conferma la percorribilità di una nomination anche per una presidente donna. E’ il quadro che emerge dalle considerazioni del sondaggista Fabrizio Masia sul toto Quirinale. “I desiderata delle varie forze politiche – ha premesso il dg dell’istituto Emg Acqua – restano piuttosto eterogenee e non necessariamente collimano con i desiderata dell’opinione pubblica.
“Mattarella è benvoluto e gode della stima dei cittadini e della politica ma si è chiamato fuori dai giochi. Il nome di Draghi è convincente ma potrebbe significare un ricorso anticipato alle urne, che vedo piuttosto difficile da realizzare”.
L’opzione Draghi al Colle-elezioni anticipate, dovrebbe parallelamente prevedere “la ricerca di un nome ‘draghiano’ per il governo. Il nome di Berlusconi è unanimemente sostenuto da tutta Fi, una parte della Lega e ha un buon seguito anche tra gli elettori di centrodestra e, in teoria, la sua candidatura potrebbe fungere da collante per ricompattare il fronte del centrodestra”.
Oltre a Draghi e Berlusconi, “ci poi sono diversi nomi che circolano ma che fanno fatica a decollare perché sono poco conosciuti. Tra questi ci metto i ministri Marta Cartabia e Dario Franceschini o dell’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini ma anche Giuliano Amato. Tutti spendibili ma tutti un po’ più ‘fragili’ rispetto a Draghi e Berlusconi. Di recente noi abbiamo testato l’ipotesi di un presidente donna che è un’opzione forte e gradita, con Giorgia Meloni e le ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna”.
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