In Italia i no vax sono in quantità significativa e in queste ultime settimane hanno dato prova della loro pericolosità con sommosse e proteste sfociate in violenza. Tuttavia per poter scongiurare definitivamente il pericolo del Covid, in Italia, sarebbe fondamentale riuscire ad arginare questo problema.
Anche Luca Richeldi, direttore Pneumologia al Policlinico Gemelli in un’intervista al Corriere della Sera ha affermato:
“Sono convinto che bisogna assolutamente insistere. La vaccinazione è come la cintura di sicurezza in automobile. Non evita l’incidente ma le sue conseguenze traumatiche. Eppoi alcune persone sono state mal consigliate anche da alcuni medici. Conosco una signora che in buona fede sta rimandando l’iniezione: soffre di allergie e un collega le ha detto, senza motivi validi, che è meglio aspettare. Ce ne sono tanti di casi come questo, purtroppo”.
Lei è riuscito a far cambiare idea a qualche esitante? “Certo, e alcuni li ho personalmente accompagnati al centro vaccinale. C’è ancora molto spazio – evidenzia – per riportare sulla giusta strada chi si fa condizionare dalla cattiva informazione, dalle sciocchezze che circolano sui social”. E sull’attuale situazione epidemica Richeldi sottolinea che “è abbastanza sotto controllo ma va monitorata con molta attenzione. Basta distrarsi o potremmo immediatamente ricadere nel passato delle chiusure. Ormai il comportamento del virus lo conosciamo bene. In poco tempo è capace di sfuggire di mano. Tornare alle restrizioni che abbiamo vissuto sarebbe difficile da accettare anche psicologicamente. Dunque non bisogna mollare. L’Italia va nella direzione giusta. La Germania è messa male. Hanno appena annullato il congresso nazionale di Pneumologia, noi ci siamo riuniti in presenza”. È urgente quindi che chi non lo ha ancora fatto si rechi ai centri vaccinali per la prima dose e chi ha completato il ciclo si prenoti per il richiamo? “Non urgente, urgentissimo. E per una ragione molto semplice: la forbice del rischio di malattia tra cittadini protetti con tre dosi e del tutto sguarniti di difese si allargherà ulteriormente. Gli ospedali – spiega – si riempiranno prevalentemente di malati impreparati contro il Sars-CoV-2. Rischiano la pelle. Inoltre, una recente ricerca dell’istituto Altems della Cattolica ha calcolato che ogni ricovero in terapia intensiva per Covid-19 costa al servizio sanitario 25 mila euro”.
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