Santori 'boccia' Renzi: "Non ci sono le condizioni perché uno come lui sia nel campo progressista"

Il portavoce delle Sardine: "E comunque io credo che abbia ragione Bersani: non è che se unisci i nomi al vertice, unisci un popolo"

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15 Novembre 2021 - 15.30


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Quale sarà il futuro del movimento che ha fermato quella che sembrava la sconfitta travolgente della sinistra?
ùSono passati due anni dal primo flash mob a piazza Maggiore a Bologna che fece esplodere il fenomeno delle Sardine. E Mattia Santori, uno dei fondatori del movimento e neo eletto con il Pd al comune di Bologna, a due anni da quella piazza strabordante una sera di novembre, traccia un bilancio.

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 Un bilancio “positivo”, spiega Santori, da cui guardare al futuro: il prossimo week end a Marzabotto ci sarà l’assemblea nazionale delle Sardine proprio per discutere del futuro. Con il centrosinistra ovviamente ma con qualche domanda da rivolgere al Pd di Enrico Letta:” Bisogna capire se le Agorà sono la sala d’attesa per entrare nel Pd o se invece sono una nuova casa da costruire tutti insieme”.

Il bilancio del movimento

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“Un bilancio positivo perché le Sardine volevano essere un momento di risveglio e lo sono state. Volevano essere un vivaio politico e lo sono state: quello che è successo, anche al di fuori dei riflettori, è che tante persone si sono avvicinate alla politica in maniera concerta e le ultime elezioni ne sono stata una dimostrazione. E poi il terzo punto è l’aggregazione: lavorare come cerniera tra tante realtà che ci sono. Non solo con le Agorà ma giorno per giorno. Abbiamo collaborato con oltre 120 organizzazioni locali e nazionali, con i referendum, l’assemblea poer il clima, meeting e riunioni antifasciste”.

Le Sardine e le Agorà

“Noi abbiamo partecipato ad alcune Agorà. Io ho fatto una pre Agorà a Bologna e quella sulla cannabis. Ma va chiarito un punto”. Quale? “Se sono l’anticamera del Pd non funzioneranno. Bisogna capire se le Agorà sono la sala d’attesa per entrare nel Pd o se invece sono una nuova casa da costruire tutti insieme. Manca un punto fondamentale perché non si capisce quanto il Pd sia disposto a mettersi in discussione. Per questo tante realtà che sono fuori, come le Sardine, sono un titubanti ad entrare: significa appiattirsi su un sistema che già c’è o organizzarne uno nuovo?”. 

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Sulla sua candidatura tra i democratici il portavoce del movimento ha detto: “La mia candidatura, come altre, è stata un’Agorà molto più concreta: quando si sceglie di amalgamarsi con il Pd per un progetto politico concreto dentro una coalizione che può essere la base per quella futura del 2023, allora quella è un’Agorà. Anzi è la dimostrazione pratica di quello che può essere il post Agorà”.

Il ruolo di Renzi nella coalizione

 Intanto mi chiedo: Italia Viva esiste ancora? Non credo che ad oggi ci siano le condizioni per avere uno come Renzi qualsiasi cosa lui rappresenti nel campo progressista.

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E comunque io credo che abbia ragione Bersani: non è che se unisci i nomi al vertice, unisci un popolo. A ma non interessano i nomi che sia quello di Renzi o Calenda o Fratoianni, a me interessa il progetto”.

Sulle inchieste che riguardano l’ex rottamatore ha aggiunto: “Non commento perché sono garantista e mi fido della magistratura. Troppo spesso si sono dati giudizi frettolosi per poi scoprire che era tutto sbagliato. Io giudico il politico”. 

Il futuro delle Sardine

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“Faremo due giorni di assembla nazionale a Marzabotto in cui ci vediamo dal vivo dopo più di un anno con militanti e attivisti da tutta Italia proprio per ragionare della costruzione del futuro insieme, su cosa devono essere le Sardine nel futuro”. Per lei quale è questo futuro? “”Io ho una mia idea ma ci confronteremo. Quello che posso dire è che per me la Sardine sono un collettivo politico, la visione di comunità viene prima di ogni posizionamento”.

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