Lui è considerato l’eminenza grigia del partito democratico e il suo ruolo è sempre più influente dopo l’uscita di scena di Renzi. E quindi quando parla molti dirigenti del sono molto attenti nella lettura.
“Il Pd si è mosso con sagacia, ottenendo risultati eccellenti. Nelle amministrative ha vinto quasi ovunque. Nei sondaggi gradualmente cresce, rispetto alla crisi di tutti gli altri partiti. Il segreto, se si può dire così, sta in una condotta del segretario Letta assai serena, tranquilla ma incisiva. Vale a dire: stare lealmente sulla scia dell’azione di governo, ma combattendo per le proprie idee e, soprattutto, cosa di non poco conto, avendo l’occhio non solo sull’azione dell’esecutivo, sui piani alti della politica ma puntando, con le “agorà”, a ricostruire processi dal basso. Aperti, civili, liberi. In grado di smontare i “modellini” astratti di alleanze di vertice e dissodando il terreno per far comunicare gli elettori del centrosinistra in modo diretto tra di loro”.
Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, si esprime sulle prospettive del centrosinistra del Presidente della Repubblica.
Il programma Draghi deve concludersi a scadenza naturale
“Penso che il programma che il governo Draghi ha esposto al Paese deve concludersi a scadenza naturale, nel 2023, qualsiasi scelta si compierà circa il Quirinale. E, penso, che questo periodo debba essere l’occasione per preparare il ritorno di una schietta dialettica politica e non una pausa riempita da confusi intrighi volti a salvare carriere personali, nell’ambito di una perdita dannosa della sovranità da parte del sistema politico, che naturalmente va rinnovato. Il presidente della Repubblica, ripeto chiunque egli sia, deve avere molto chiara la sua funzione di alto garante per tutti”.
Ha poi concluso: “Draghi certamente ha la forza per rispondere a tutte le preoccupazioni da me esposte. Ma se alla fine non sarà Draghi, come tanti voci politiche ed economiche invocano e suggeriscono, quella soluzione di garanzia comunque necessaria per tutti deve avere la forza e l’esperienza politica per riportare il nostro Paese dopo il 2023 al confronto tra due schieramenti contrapposti, legittimati ma non vicendevolmente distruttivi. In questo senso, ma da tempo ho espresso questa opinione personale, per ricostruire una democrazia con il popolo, e non senza di esso, vedo la strada della legge elettorale proporzionale la più opportuna. Ma questi temi saranno da affrontare con la dovuta meditazione nelle prossime settimane”.
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