Zaia contro i no-vax: "Insofferenti alle regole e alla democrazia"

"Io sono pro vax. In Veneto abbiamo il 15% di popolazione non vaccinata ma tra i ricoverati i non immunizzati sono l'83%"

Zaia contro i no-vax: "Insofferenti alle regole e alla democrazia"
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13 Dicembre 2021 - 16.45


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La linea scelta da Salvini sui vaccini è sempre stata ambigua ma con tendenza verso i no vax ai quali ha spesso strizzato l’occhio, per poi definirsi “free- vax”. Ma ora sono i presidenti delle Regioni leghisti a sconfessare tale linea, in quanto strenui difensori del vaccino e avversari integerrimi di coloro che non si vaccinano.

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Riguardo i no vax, spiega Zaia, ”dobbiamo smetterla di fare i talebani del vaccino e spiegare che non è sbagliato avere paura. Anche io l’ho avuta, ero consapevole di iniettarmi un farmaco, però credo nella scienza e so che i benefici sono superiori ai rischi, che sono davvero minimi.

Però non parliamo già di quarta dose quando dobbiamo convincere le persone a fare la terza, altrimenti facciamo cascare le braccia ai cittadini, che si sentono delle cavie, quando invece questi vaccini sono straordinari, ma la gente ne ignora la modernità. Sento dire che sarebbero sperimentali quando invece sono i più sperimentati al mondo, li hanno già assunti miliardi di persone. Spaventa che non siano naturali bensì sintetici? E’ la loro forza, tra pochi anni useremo l’rna messaggero per vaccinarci dal cancro; diventerà il nostro modo di curarci dalle neoplasie, e non lo dico io ma le più autorevoli riviste scientifiche al mondo”.

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“Io sono pro vax – conclude il governatore – In Veneto abbiamo il 15% di popolazione non vaccinata ma tra i ricoverati i non immunizzati sono l’83%. Significa che chi non ha fatto l’iniezione ha 40 volte in più le probabilità di finire in terapia intensiva rispetto a un vaccinato. Aggiungo che tra i ricoverati no vax ci sono molti 50-60enni, mentre gli intubati vaccinati sono tutti anziani con altre malattie. Se tutti i veneti fossero vaccinati non avrei più di tre persone in terapia intensiva a provincia. Bisognerebbe semplicemente spiegare alla gente che il virus diventerà endemico e chi vorrà dovrà farsi una vaccinazione di richiamo tutti gli anni, come con l’influenza”.

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