Lui da tempo si è smarcato dalle posizioni di Salvini che ammicca a no-vax, è sempre stato contro al green pass e favorevole alle ricette alla Bolsonaro.
Da lunedì anche il Veneto passa in zona gialla ma il presidente Luca Zaia ha deciso di anticipare i tempi firmando un’ordinanza che reintroduce le restrizioni della fascia già da oggi.
“Lo considero un atto dovuto – dice Zaia – nel momento in cui i dati sanitari mi confermano che il quadro epidemiologico della mia Regione sta peggiorando. Il ritorno della mascherina all’aperto non ci sconvolgerà la vita e io ho voluto aggiungere pure altre limitazioni, non previste ma fondamentali”.
“Gli operatori sanitari dovranno fare il tampone ogni 4 giorni anziché 10, anche se vaccinati – spiega il governatore – lo stesso dovranno fare i degenti, dopo il test all’ingresso in ospedale. Questi ultimi potranno essere accompagnati da una persona soltanto e così sarà pure per gli anziani nelle case di riposo. Sono sospesi i rientri in famiglia degli ospiti delle Rsa, per le eccezioni abbiamo stabilito un periodo di quarantena di 7 giorni al rientro nella struttura, con tampone all’inizio e alla fine della vigilanza”. Poi ci sono le raccomandazioni “dettate dal buonsenso. Su tutte, quella di farsi un tampone prima di partecipare al cenone della Vigilia, al pranzo di Natale, alla festa di Capodanno. Basta il fai-da-te, ormai disponibile in farmacia – dice Zaia – online e al supermercato. È una forma di ‘cortesia per gli ospiti’, se vuole. Il Covid ha cambiato perfino il galateo”.
Ai vaccinati, però, era stato promesso un Natale normale. “Per il vaccinato, a parte la mascherina obbligatoria all’aperto, le restrizioni della fascia gialla – evidenzia – non valgono, e già questo mi pare un bel passo avanti. Poi ricordo un dato per tutti: ieri il Veneto ha avuto lo stesso numero di contagi del picco del Natale scorso, oltre 5.500; ma abbiamo un terzo dei ricoverati. Senza i vaccini, saremmo in lockdown, altroché normalità”.
Proprio per evitare che la Omicron dilaghi, il governo ha deciso di stringere le maglie sui turisti in arrivo per le feste. Una decisione che ha suscitato proteste tra le imprese del settore.
“Si figuri se non le capisco io, che rappresento la Regione più turistica d’Italia. Ma oggi noi siamo chiamati a proteggerci dagli altri Paesi – sottolinea Zaia – proprio come in altri tempi quei Paesi si proteggevano da noi. Ricorda quando la Francia chiuse le frontiere, a marzo 2020? Io penso, al contrario, che sia un segnale positivo nei confronti di chi sceglie l’Italia per trascorrere le sue vacanze, un modo per dire: qui siamo seri, potete venire tranquillamente, vi garantiamo la massima sicurezza. D’altronde credo che oggi sia chiaro a tutti che l’Italia è la punta di diamante dell’Europa nella lotta al Covid. Il nostro modello funziona”.