Leader forse si diventa ma soprattutto si nasce. Ci è parsa ancora una volta questa la caratteristica del Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha opportunamente illustrato gli ultimi provvedimenti e il loro significato nell’interesse del Paese. A cominciare dalla questione scuola che tanto aveva agitato le acque dell’opinione pubblica, in una situazione difficile e preoccupante e che favoriva differenziazioni e scontri tra le forze politiche, le stesse che tuttavia avevano approvato all’unanimità le scelte del Governo.
Il punto di partenza è stato netto e categorico: la scuola è fondamentale nella vita della società e per la sua crescita democratica, indispensabile per preparare giovani più maturi e consapevoli, meglio attrezzati anche sul terreno dell’impiego e del lavoro dinanzi ai cambiamenti che già irrompono velocemente. Con le dovute cautele e gli accorgimenti indispensabili, i nostri studenti potranno superare le difficoltà incontrate e affrontare il percorso scolastico con più seria motivazione anche sotto il profilo della socialità e della vita in comune. Tutti elementi che agevoleranno il rapporto con gli stessi insegnanti, attraverso un migliore clima di dialogo e di scambio reciproco favorendo la formazione di una vera comunità educante.
Il Presidente del Consiglio aveva del resto “incassato” il provvedimento amministrativo che aveva dato ragione al Governo rispetto delle bizze del presidente della Regione Campania, valido anche come ammonimento per altri che avevano mostrato analogo dissenso per evidenziare certo problemi e disagi ma forse anche voglia di presenza su giornali e talk show.
Non era solo la scuola il problema maggiore; restava in prima linea l’aumento spaventoso dei contagi e la crescita preoccupante della pressione sulle strutture ospedaliere ed in particolare sulle terapie intensive. Molto forte al riguardo la piena sintonia con il Ministro della Salute e il Comitato Tecnico-Scientifico, il cui Presidente ha riconosciuto che tutte le decisioni sono state prese di comune accordo e che non si era registrata alcuna differenza in ordine ai provvedimenti da emanare. Ovviamente, anche a questo riguardo, la nettezza cortese ma ferma di Draghi è stata irremovibile, con il ripetuto invito a tutti i 5 milioni di italiani non ancora vaccinati di aderire alla campagna vaccinale con rapidità e fiducia, unica strada valida per tenere sotto controllo il virus e riprendere tutti la strada della responsabilità comune verso sé e gli altri.
Fin dall’inizio della conferenza stampa, Draghi aveva avvertito che non avrebbe preso in considerazione alcuna questione relativa alla successione di Mattarella e al rapporto con i partiti, impastoiati finora in diatribe inconcludenti e di difficile comprensione per i cittadini. Saranno loro però a dover decidere orientando le stesse forze politiche a scelte mature e di interesse generale per il bene dell’Italia. Forse si intende anche qui richiamare il principio della responsabilità e della visione d’insieme dell’Italia futura.
Draghi comunque, se ce ne saranno le condizioni, resterà al servizio del Paese e delle sue istituzioni democratiche con la doverosa principale attenzione alla prospettiva europea da rafforzare e rilanciare; ruolo che in ogni caso, nel rispetto delle funzioni istituzionali, sarà indispensabile tanto a Palazzo Chigi che al Quirinale.