Il centrodestra si è riunito in conclave ieri nella villa romana di Berlusconi ed ha chiesto formalmente al leader di Forza Italia di sciogliere la riserva la candidatura al Quirinale. Seppur questa è una mossa non a sorpresa e si sapeva da tempo, ha fatto comunque saltare il banco con gli altri leader.
“Berlusconi non passerà. Per il centrosinistra è un no secco, questa astrusa tesi che comunque spetti a loro esprimere il Presidente, non esiste: i due schieramenti si equivalgono, serve un nome non di parte”. Da ex ministro delle Regioni e da responsabile enti locali dei dem, Francesco Boccia di numeri se ne intende, tanto che ha già contato quelli dei delegati regionali, “che vedono nel Pd il partito con il maggior numero di designati”. In un’intervista a La Stampa Boccia spiega che “nessuno dei due poli ce la fa da solo”.
E sulla candidatura di Berlusconi spiega: “di sicuro un candidato di parte viene votato solo da quella parte, quindi non gli daremo alibi per confondere le carte in tavola. Noi siamo disposti a discutere di qualsiasi proposta che vada nel solco della massima unità nazionale. Non faremo l`errore della destra, non giochiamo con i nomi dei candidati”.
Resterete in aula ma senza scendere a votare? Per evitare che vengano addossati a voi eventuali voti aggiuntivi a quelli del centrodestra? “Questo lo valuteremo, non è escluso, in ogni caso faremo la cosa istituzionalmente più corretta: ma sul piano politico saremo netti e trasparenti per i nostri elettori”, assicura l’esponente dem.
Secondo Boccia il centrodestra ancora insiste su Berlusconi “perché Salvini e Meloni hanno bisogno di accordi con Silvio Berlusconi. Scelgono la campagna elettorale del centrodestra piuttosto che scegliere l`unità nazionale. Noi non partiamo da candidature che dividono, ci aspettiamo lo stesso anche da loro.
Anche perché nessuno ha la maggioranza per farcela da solo. E’ evidente che non è votabile da tutto il centrosinistra, così come non è sostenibile nessun candidato del centrodestra”.
“Se c`è una cosa che abbiamo imparato in questi anni di presidenza di Mattarella molto difficili, con l’ ultima legislatura la più complicata della storia, in cui sono cambiati tre governi con maggioranze diverse, è che il presidente della Repubblica, se è il garante dell`unità nazionale, ha anche la forza di guidare il Paese durante le tempeste e nei momenti più drammatici”, prosegue. “La nostra strategia è sempre stata molto lineare: Letta ha chiesto dal primo momento un confronto fra tutti, Meloni compresa, per un presidente o una presidente di tutti. Non vogliamo aspettare loro, ma è evidente che hanno deciso senza nemmeno sedersi al tavolo”.
“Noi continuiamo a insistere per un candidato condiviso. Di sicuro il raccordo di coalizione di centrosinistra c’è e ci sarà, intanto nell`atteggiamento da tenere”, assicura e sulla ipotesi Mattarella bis dice: “c`è una cosa che abbiamo il dovere di fare, a maggior ragione con un candidato di parte in campo, è non parlare del Presidente, a cui va detto grazie per il lavoro fatto, prendendolo ad esempio per il miglior profilo da individuare”.
“Siamo comunque nell`ultimo anno di legislatura, il prossimo gennaio si sciolgono le camere e il 4 marzo 2023 è dietro l’ angolo. Quindi abbiamo tutti la responsabilità di evitare al Paese che l`ultimo anno di lavoro, sulle decine di progetti del Recovery plan, vada in fumo”, conclude.
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