Renzi sarcastico (e risentito) dell'incontro tra Letta, Conte e Speranza: "Qui, Quo, Qua fanno lo stesso tweet"

Il leader di Italia Viva: "Ieri non è successo assolutamente niente. La sinistra ha fatto un tweet strano, mentre zio Paperone Berlusconi si è ritirato"

Renzi sarcastico (e risentito) dell'incontro tra Letta, Conte e Speranza: "Qui, Quo, Qua fanno lo stesso tweet"
Matteo Renzi
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20 Gennaio 2022 - 11.15


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Renzi non è stato invitato all’incontro che si è svolto ieri tra i leader del centrosinistra Letta, Speranza e Conte ed oggi ha dato una bordata che sa di risentimento. Prendendo come spunto il tweet uguale pubblicato da tutti e tre dopo l’incontro, li ha deleggiati.

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“Ieri non è successo assolutamente niente. La sinistra ha fatto un tweet strano, da Qui, Quo, Qua. Se zio Paperone si è ritirato da un lato, Qui, Quo, Qua hanno fatto lo stesso tweet”. Così Matteo Renzi a radio Leopolda riferendosi alla riunione di ieri di Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza e a Silvio Berlusconi. “Qualcuno ha scritto ‘Renzi è rimasto male perché non l’hanno chiamato’. Hanno fatto bene Letta, Speranza e Conte. Questo non è il metodo, scegliere un hashtag. Io vorrei scegliere un presidente”, ha aggiunto l’ex premier sottolineando: “Berlusconi di fatto va verso il ritiro, vediamo con quali modalità. Ma quando l’altro giorno avevamo detto che non aveva i numeri avevamo detto la verità, ora se ne sono accorti tutti, anche Sgarbi”.

“La situazione del centrosinistra è la dimostrazione che da soli ‘gna fanno. Ma noi saremo Mamny tuttofare, anziché zio Paperone e Qui, Quo, Qua, faremo in modo di risolvere anche questa”, ha detto ancora il leader di Italia Viva.

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“Domani vedremo i grandi elettori di Italia Viva. Può darsi che Iv arrivi al grande appuntamento con qualche elettore in più del previsto”, ha quindi affermato Renzi ricordando che “tra una settimana sarà tutto finito. Abbiamo bisogno di un presidente all’altezza dei nostri sogni. Italia viva darà una mano, Quando c’è un problema noi diamo una mano al Paese”.

E ancora. L’Ordine del giorno approvato dalla Camera per il voto dei grandi elettori positivi “è sacrosanto”. “Ma di che cavolo stiamo parlando? Se uno ha un ascesso o la febbre non può votare il presidente della Repubblica? Siamo fuori? Il presidente della Camera non commetta questo scempio di non far votare chi ha 37.6, siamo alla follia.

Non è dittatura sanitaria ma grigio burocratismo”, ha spiegato il leader di Iv. “Il parlamentare che vota il presidente della Repubblica non è un privilegio, è la democrazia. Basta con uno vale uno, questo è il magico mondo della democrazia rappresentativa. Se sei uno dei mille che deve votare a nome dei 60milioni di italiani hai un dovere, oltre che un diritto. E io ti garantisco qualche diritto in più”, ha sottolineato.

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